Domani si svolgerà la manifestazione nazionale che da tempo avevamo annunciato. Il ritrovo è stabilito alle ore 14 di sabato 6 maggio in Piazzale Farini ossia davanti alla Stazione di Ravenna. La denominazione stabilita è: Territori in cammino, per la giustizia climatica. L’obiettivo dichiarato è: Liberiamoci dal fossile e dalle opere inutili, no rigassificatori, no trivelle, non gasdotti. Il corteo dei partecipanti si snoderà lungo il percorso stabilito sino ad arrivare in Piazza Kennedy dove la manifestazione vedrà la sua conclusione dopo gli interventi.
La manifestazione si svolge dopo altre manifestazioni di carattere nazionali: quella di Piombino dell’11 marzo e quella di Cagliari del 15 aprile. Tutto ruota attorno all’opposizione alla realizzazione di un vero e proprio hub del gas, la miope volontà di subordinare la vita economica e sociale di Ravenna e della nostre località costiere attorno alle attività di un rigassificatore nonostante questa prospettiva fosse già stata respinta dalle allora lungimiranti Istituzioni nel 2008. La miopia della scelta, se mai ci fosse stato bisogno di dimostrarlo ancora una volta, è rivelata dal terribile sconvolgimento meteo di questi giorni, che ha prodotto devastazioni nel nostro Comune e, ancor di più nei territori dei vicini comuni della nostra Provincia e della vicina Provincia di Bologna. Già avevamo conosciuto, pochi mesi fa, nel novembre dello scorso anno e nel gennaio scorso i pesanti allagamenti della nostra costa; questa volta è toccato alle località dell’interno. La causa è ben nota: l’innalzamento della temperatura è la fonte degli eventi estremi che diventano sempre più frequenti e, ancor di più, lo diventeranno nel corso di questo stesso decennio. Fa ridere, per non piangere, il tentativo della politica di dire che mai così pesante aveva colpito il clima. Fa ridere, per non piangere, perché la stessa cosa era stata detta della volta precedente e di quella ancora prima. E, dipendesse da loro, ritirerebbero fuori l’eccezionalità della situazione ogni volta… che non viene data la colpa a nutrie e ricci. Sissignore, abbiamo sentito anche questo, senza pudore alcuno: ogni tentativo per cercare un capro espiatorio su cui gettare la responsabilità, evidentemente, è considerato buono.
Invece il “colpevole” ha un nome e cognome, anzi, tanti nomi e cognomi: quello dei politici, degli speculatori, della lobby del fossile, insomma, di tutti coloro che senza tregua continuano ad insistere sul gas metano, sul bruciarlo, sul perderselo in giro, nonostante sia diventata la principale fonte di agente climalterante nella produzione di quell’effetto serra che innalza le temperature e ci condanna agli eventi estremi di questi giorni.
La manifestazione di domani è organizzata dal Coordinamento Per Il Clima – Fuori dal Fossile, dalla Rete Emergenza Climatica e Ambientale (RECA) e dalla Rete No Rigass No Gnl. Gli organizzatori hanno denunciato che il corteo è stato dirottato, “allontanato dal cuore della città con motivazioni imbarazzanti” e che questo “significa evidenziare la fragilità, l’isolamento e l’incapacità della politica e delle istituzioni di confrontarsi sul problema più drammatico che l’umanità si trova a dover affrontare: non c’è giustizia sociale senza giustizia ambientale e non c’è giustizia ambientale senza giustizia sociale”. “Il Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza ha deciso uno stravolgimento totale del corteo e della manifestazione così come era stata in precedenza concordata e concessa. Il corteo è ridotto a meno della metà delle strade, strade marginali, non frequentate e scarsamente abitate, e ci si dovrà fermare in Piazza Kennedy anziché arrivare in Piazza del Popolo. La motivazione portata è che il percorso concordato creava disagio alla cittadinanza”.
Come Ravenna in Comune comprendiamo benissimo la paura del Sindaco: è intollerabile vedersi la piazza centrale della Città, che lui vuole legata agli interessi di ENI contro gli interessi della cittadinanza, pacificamente occupata da una festosa manifestazione che pretende l’immediata transizione alle rinnovabili. Tuttavia questo si chiama democrazia, caro Sindaco, tener conto che a volte (e sempre più spesso accade) chi non la pensa come il centrodestra e il centrosinistra vuole comunque potersi esprimere. Anche per ricordare, in pace e festa, ma con fermezza e decisione, che la democrazia è più forte della prevaricazione, saremo in corteo sabato 6 maggio ed invitiamo tutte e tutti coloro che condividono l’amore per la democrazia e sono interessati ad allontanare l’incubo delle bombe d’acqua alternate alle siccità a partecipare assieme a noi.