“Oggi ricorre il 79esimo anniversario della Liberazione di Ravenna dal nazifascismo. È un giorno importante: segnò un prima e un dopo nella storia della nostra Città. Ci ricorda che nulla è regalato e nulla è scontato. Quello che conta si ottiene al prezzo di sacrifici, spesso molto alti. Se ai tempi nostri la democrazia l’abbiamo ottenuta dalle madri e dai padri o, più spesso ormai, da madri e padri di nonne e nonni, a noi spetta la lotta per custodirla, conservare i principi sanciti dalla Costituzione, attuare le parti lasciate in ombra, ripristinare quelle violate nello spirito quando non nella lettera, aumentarne gli strumenti e i momenti. Perché, senza lotta, sono destinati a restringersi non ad allargarsi. Lo vediamo giornalmente. Nel mondo. In Italia. Anche a Ravenna.
Ravenna in Comune si è costituita, più di otto anni fa, con l’antifascismo esplicitato nella propria carta dei valori. Non è un richiamo formale ma un elemento cardine del nostro operato giornaliero. Nel 2018 la nostra azione in Consiglio Comunale ha portato alla cancellazione della cittadinanza onoraria attribuita a Mussolini, nel 1923, da una Città in mano fascista. Dallo stesso anno abbiano ottenuto che l’adesione alla Costituzione antifascista sia condizione indispensabile per l’uso di sale pubbliche. Quello che sembra scontato non si era mai realizzato nei decenni precedenti e solo la nostra ostinazione lo ha reso possibile.
Il fascismo continua a provare a ritornare, a volte con violenza esplicita, verbale o fisica; spesso mascherandosi, dichiarando che il fascismo non esiste da tempo, chiamando in un altro modo le pratiche e le politiche che lo contraddistinguono. Anche per questo per noi di Ravenna in Comune il giorno della Liberazione è attuale e tale va mantenuto: solo ricordando cosa sia il fascismo può apprezzarsi il valore di essersene liberati e non sminuire l’importanza di continuare a contrastarlo. Oggi è giorno di festa per tutte e tutti noi che crediamo nei valori della democrazia incarnati dalla nostra Costituzione e lottiamo per difenderli ed ampliarli. Come cantava Giorgio Gaber:
La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche il volo di un moscone
La libertà non è uno spazio libero
Libertà è partecipazione.”