“Tra domenica e lunedì si sono tenute due partecipate manifestazioni di cittadine e cittadini autorganizzati. Chi le ha organizzate rivendica con giustificato orgoglio «Una partecipazione oltre ogni previsione, per una città notoriamente poco incline a scendere in piazza. Un centinaio i partecipanti a Lido di Savio, e quasi 200 a Ravenna nel momento di massima affluenza prima della partenza del corteo». La richiesta è quella che l’Amministrazione de Pascale, il Sindaco che odia i pini, fermi gli abbattimenti di pini nei viali alberati Romagna di Lido di Savio e Maggiore a Ravenna. Ma la stessa richiesta andrebbe allargata ai tanti abbattimenti che continuano su tutto il territorio comunale non solo di pini ma anche di altre specie arboree.
Ravenna in Comune appoggia questa battaglia così come altre forze di opposizione dentro e fuori il Consiglio Comunale. E va a merito di organizzazioni politiche, ambientali e di tutela del territorio non cercare (almeno sino ad ora) di mettere il cappello su un movimento di scopo sorto, come si suol dire, “dal basso”. Che veicola comunque un forte messaggio politico: abbattere gli alberi è un atto contro natura oltre che contro il genere umano. Ora più che mai.
Non ci soffermiamo qui sul perché di questa assurdità, né sul perché l’Amministrazione Comunale violi in continuazione il proprio Regolamento del Verde, su come mai il Sindaco faccia carta straccia del proprio programma elettorale, sulle capitozzature ed abbattimenti distribuiti come mentine e via andare. Lo abbiamo già fatto e lo rifaremo. Ma non oggi.
Oggi poniamo l’accento sul disprezzo per la democrazia e sulla vergognosa attitudine di questa Amministrazione a prendere in giro la cittadinanza. Come si deve chiamare altrimenti la continuazione imperterrita degli abbattimenti a dispetto di ogni buon senso e, soprattutto, di petizioni e manifestazioni che, civilmente, chiedono l’immediato stop? Come va considerata l’assenza di ascolto per le controproposte, che vanno al di là della semplice opposizione, che la cittadinanza organizzata formula per risolvere gli eventuali problemi creati dalle alberature ove questi siano reali? Perché non ci si dovrebbe sentire sbertucciate o sbertucciati quando l’immancabile conclusione di ogni incontro con gli uffici comunali è un nulla di fatto? Perché dover continuare a subire l’irrisione di un assessore, per giunta con delega al verde e non alla deforestazione, che garantisce come ad ogni abbattimento farà immancabilmente seguito “una sostituzione”, quando questo non trova riscontro nella realtà? E come sopportare che venga poi dabbenata come “credibile” soluzione la piantumazione di uno stentato alberello che impiegherà venti anni per essere in qualche modo comparabile a quello abbattuto, invece di un intervento che salvaguardi quest’ultimo. Infine: come accettare che un Sindaco, senza tenere in alcun conto le evidenze dell’agronomia, affermi con sicurezza che «il pino non è idoneo all’ambito urbano»?
Come Ravenna in Comune poniamo dunque ancora una volta il problema del disprezzo della democrazia e della non considerazione delle istanze della cittadinanza da parte dei massimi rappresentanti istituzionali di un Partito che si racconta come Democratico. E da parte dei rappresentanti degli altri partitelli di contorno che hanno barattato da tempo qualunque residua credibilità con il “posto al sole”. E stiano sicuri che, dopo aver fatto tabula rasa degli alberi, il posto al sole, e solo quello, lo troveranno.
Noi invece a barattare un albero con uno scranno non ci pensiamo nemmeno. Continuiamo a protestare sino a farglielo entrare in testa. Ci vorrà del tempo, vista l’estrema durezza di cranio e udito, ma non dobbiamo perdere la fiducia nella democrazia. È stata conquistata resistendo, dopo tutto. E Resistenza sia!”
Ravenna in Comune