“Mentre si aspetta la decisione del TAR, attesa per la prossima settimana, è stata diffusa la notizia che il rigassificatore di Piombino, esaurita la concessione triennale rilasciata dal commissario toscano, sarà trasferito nel mar Ligure. Certo il TAR potrebbe abbreviare il periodo di permanenza nel porto toscano ma, salvo sorprese, la decisione non dovrebbe influire su Ravenna. In altri termini, l’ipotesi di un arrivo anche della Golar Tundra, dopo la concessione già rilasciata da Bonaccini per un quarto di secolo alla BW Singapore, non dovrebbe concretizzarsi. Già tutto il progetto di rigassificazione, del resto, stiamo da tempo contrastando con manifestazioni ed altre espressioni della opposizione di una parte crescente della cittadinanza.
Abbastanza ridicolmente, appresa la notizia, si sarebbe saldato nuovamente il blocco di centrosinistra e centrodestra, questa volta per dire no al secondo rigassificatore. Ne dà informazione Ancisi ma la conferma verrà solo dal voto di un nuovo consiglio comunale essendo slittata la discussione sull’ordine del giorno presentato da Lista per Ravenna prevista nell’ordine dei lavori di martedì scorso. Come detto, il tutto suonerebbe abbastanza ridicolo se non fosse che si lega profondamente alla soppressione di democrazia che connota tutta la vicenda “rigassificatore”.
Ricordiamo che nel 2008 il Comune di Ravenna aveva respinto formalmente il progetto di installare al largo delle sue coste un rigassificatore. Quella decisione è stata ribaltata dall’attuale Amministrazione senza aver ricevuto alcun mandato popolare (non era infatti nei programmi elettorali), senza nessuna consultazione popolare (a meno di non chiamare abusivamente così la sceneggiata andata in onda al Palazzo dei Congressi), senza un procedimento amministrativo completo delle indispensabili valutazioni dei rischi industriali e ambientali e con un unico voto da parte del Consiglio Comunale cui però era stata sottratta la possibilità di esprimersi direttamente sul progetto principale. In quell’occasione nessun voto contrario è stato comunque espresso da chi sedeva in Consiglio Comunale. Una scenetta analoga in cui si saldassero nuovamente centrosinistra e centrodestra dietro a un no al secondo rigassificatore, che già comunque non arriverà per decisione governativa, inchioderebbe direttamente il coperchio della cassa da morto in cui a Ravenna si è voluta seppellire la democrazia. Con il consenso esplicito o implicito di tutte le forze rappresentate in consiglio comunale e col giubilo di tutti gli interessati ad agguantare qualche porzione del ricco malloppo. Parliamo di molti che sedevano nelle prime file del Palazzo dei Congressi nella serata di “presentazione” della BW Singapore dove, oltre a chi era costretto dall’Amministrazione a fare da claque, sedevano gli esponenti di quella lobby preordinata ad aiutare lo scorrimento delle decisioni pro-gas in vista di propri personalissimi interessi.
Come Ravenna in Comune aspettiamo comunque di vedere come si svolgerà la discussione anche sul secondo ordine del giorno non discusso martedì scorso, in quanto relativo alla petizione presentata dall’Ing. Riccardo Merendi ed anche da Ravenna in Comune appoggiata. Come noto si chiede ragione delle mancate correzioni intervenute rispetto agli errori contenuti nel progetto presentato da SNAM benché dalla stessa SNAM riconosciuti. E, visto il ruolo direttamente avuto in ciò da parte dell’Assessora ai Capri Espiatori Del Conte e del Sindaco li si chiama in causa direttamente. Il documento dell’Ing. Merendi è riportato in calce a questo comunicato per pronto riferimento, fermo restando che lo stesso chiede che:
«Il sindaco si attivi, come già richiesto con la petizione, per chiedere una revisione del progetto
- oppure assuma la responsabilità di garantire che
- non ci sono altri errori nel progetto
- si possono rispettare tutte le prescrizioni
- è possibile rispettare la condizione posta dal MISE per il rilascio del nulla-osta di sua competenza.
Inoltre, considerando estremamente irrispettoso nei confronti dei cittadini che l’assessore Del Conte non abbia risposto nel merito e che, nonostante la sua partecipazione alla discussione in Commissione n.8, non abbia colto il pericolo rappresentato dalla mancanza di diligenza posta nella redazione, presentazione e approvazione di un progetto a così elevato Rischio di Incidente Rilevante, è stato chiesto anche che l’assessore Federica Del Conte si dimetta o che il Sindaco la rimuova dall’incarico».
Il relativo ordine del giorno è stato proposto da tutte le forze di opposizione in consiglio comunale. Si tratta probabilmente dell’ultima occasione per un sussulto di dignità da parte del Consiglio stesso. Come Ravenna in Comune attendiamo l’esito della riunione per trarre le conclusioni sul livello della democrazia a Ravenna”.