“Ecosistema, circolarità e tecnologia sono le priorità strategiche del Piano industriale al 2022 di Hera, presentato ieri pomeriggio, 1 aprile, dal Presidente Esecutivo Tomaso Tommasi di Vignano e dall’Amministratore Delegato Stefano Venier ai Sindaci dei comuni ravennati serviti”.

Il tono del comunicato della multi-utility ricorda più quello del principe che si degna di ricevere i cortigiani che quello del fornitore di servizi chiamato a rendere conto ai rappresentanti della proprietà che, per inciso, gli danno anche di che campare. E forse è meglio così, tutto sommato, visto che la parte del leone negli investimenti che interessano Ravenna… non interessa Ravenna! La fa, infatti, per un costo stimato in quasi 27 milioni di euro, “il revamping dell’impianto F3, progettato per il trattamento scarti di tipo pericoloso e non pericoloso provenienti dai processi produttivi, per adeguarlo alle migliori tecnologie attualmente disponibili e incrementare la produzione di energia elettrica che aumenterà del 20%”. Sarebbe in effetti curioso apprendere che “un incremento della quantità di rifiuti da trattare per sfruttare appieno la capacità termica del forno” rientrasse tra gli obiettivi da conseguire da parte del rappresentante del nostro comune, già sufficientemente disastrato per qualità dell’aria da non aver certo bisogno di un aiuto per peggiorarla.

Così Ravenna appare destinata a rimanere tra i siti (40/50 in Italia) che “ospitano” gli inceneritori di rifiuti con 3 impianti:

  1. il forno F3 per bruciare i rifiuti speciali, anche pericolosi, di origine industriale, in origine della società Ambiente del Gruppo ENI, che è uno dei 4 impianti italiani di questo tipo

http://ha.gruppohera.it/impianti/rifiuti_industriali/impianto_incenerimento_ravenna

  1. il forno FIS di combustione di sfiati gassosi non clorurati, provenienti dagli impianti di produzione del Comprensorio Chimico Industriale di Ravenna, che accompagna l’F3

http://ha.gruppohera.it/impianti/rifiuti_industriali/forno_inceneritore_ravenna

  1. il termovalorizzatore di combustibile da rifiuto (CDR/CSS) e di rifiuti speciali assimilabili agli urbani (RSA) http://ha.gruppohera.it/impianti/termovalorizzatori/ravenna

Tra l’altro va ricordato che il termovalorizzatore doveva cessare l’attività alla fine dello scorso anno ma “nelle more dello svolgimento del confronto per la condivisione delle scelte […], nelle more del riesame con valenza di rinnovo […] è da intendersi prorogato sino alla data del 30/06/2019”, come recita l’autorizzazione rilasciata da ARPA Emilia-Romagna.

http://ippc-aia.arpa.emr.it/ippc-aia/DettaglioAutorizzazionePub.aspx?id=71987

In conclusione, non sappiamo cosa abbia detto (né se qualcosa abbia detto) il Sindaco in occasione dell’incontro. L’auspicio è che per il futuro si interessi a qualcosa di più dei milioni di euro attesi dalla vendita di azioni di Hera: di far prevalere politiche di gestione dei rifiuti più di interesse della cittadinanza che di Hera, ad esempio. Per questo come Ravenna in Comune, tra le tante critiche mosse alla politica della Giunta in tema di gestione dei rifiuti, abbiamo a suo tempo ribadito come la vendita di 3 milioni di azioni non ci soddisfi in alcun modo.

Ravenna in Comune