Poco prima di Natale la Regione ha diffuso il rapporto sulla Qualità dell’ambiente in Emilia-Romagna nel 2020. Dall’annuario si apprende che, per quanto riguarda l’aria ed il particolato, la stazione di rilevamento di Via Zalamella ha registrato il superamento del livello massimo consentito nella concentrazione giornaliera di PM10 (50 µg/m3) 58 volte nel 2020. Questo dato va poi unito a quello fornito dalla stazione di monitoraggio del porto San Vitale che, invece, ha superato il limite 69 volte. La prima è rappresentativa delle zone urbane della provincia la seconda della zona industriale del porto. Significa che nel 2020, l’anno del lockdown, a Ravenna ogni 5/6 giorni in media si è superato il limite massimo di PM10 a seconda che si trattasse di zona urbana o industriale. È importante considerare che, per legge, il livello massimo non dovrebbe essere superato più di 35 volte in un anno. E non basta per stare tranquilli.
Per ogni incremento di 10 µg/m3 di PM10 il rischio di cancro del polmone aumenta del 22%, un incremento che arriva al 51% se si considerano solo gli adenocarcinomi. Si sono poi registrati incrementi dei casi di tumore al polmone in gruppi di controllo comunque esposti a questo tipo di inquinamento benché non venissero superati i limiti massimi di legge. Si tratta del tipo di tumore di gran lunga più diffuso sul nostro territorio. L’Istat riporta per il 2018 (dato più aggiornato) il numero di 271 morti nella nostra provincia per tumori maligni della trachea, dei bronchi e dei polmoni. Come parametro di riferimento, sempre secondo l’Istat, abbiamo avuto nel ravennate 514 morti per Covid-19 lo scorso anno. Tanti studi poi correlano il livello di conseguenze del Covid-19 alle condizioni dell’apparato respiratorio dei contagiati.
Come Ravenna in Comune auspichiamo che questi dati possano servire a non considerare più con indifferenza le sempre più frequenti notizie di sforamento del limite di PM10 che ci giungono dalla stampa. Se il benessere del territorio sta a cuore al Sindaco, come ci ha raccontato finché durava la campagna elettorale, dovrebbe prenderne atto. L’azione politica più sbagliata, in questo senso, sarebbe proprio il ritorno alla normalità precedente il Covid-19, perché si tratta di una “normalità” che uccide.