“Domani, sabato 25 maggio, nel pomeriggio, si svolgerà a Ravenna un corteo, con raduno in piazzetta Gandhi alle 16.30 (presso Porta Adriana su via Cavour), che raggiungerà la Darsena dove si terrà una pubblica assemblea a partire dalle 18.30. Come Ravenna in Comune non possiamo non trovarci d’accordo con le ragioni della convocazione:
«Il genocidio impunito di Israele in Palestina, le missioni militari nel Mar Rosso, la guerra in Ucraina, i massacri in Congo e Sudan, i golpe in Sahel, le tensioni intorno a Taiwan, sono la manifestazione più evidente della centralità della guerra nella fase storica che ci troviamo a vivere.
L’Italia guidata dal Governo Meloni, con il consenso della finta opposizione euroatlantica, è pienamente a rimorchio di USA e NATO. Non solo è complice del genocidio a Gaza, non solo guida la Missione Aspides contro gli Houthi, ma è uno degli sponsor principali della necessità dell’aumento delle spese militari, in ossequio all’obiettivo del 2% del PIL fissato dalla NATO a cui, secondo Meloni in Italia, Ursula Von der Leyen in Europa, bisogna obbedire.
Così, mentre i soldi per armi e guerra ci sono sempre – con somma gioia delle imprese del settore, dalla Leonardo alla Fiocchi, passando per Beretta e RWM – quelli per rispondere ai bisogni delle classi popolari non si trovano mai: quelli per alzare salari sempre più da fame, per rafforzare sanità e istruzione pubblica, per garantire un tetto sulla testa a fasce di popolazione sempre più in difficoltà, quelli per una vera transizione ecologica, quelli per la messa in sicurezza del territorio e per combattere la devastazione ambientale.
È l’economia di guerra, l’altra faccia socialmente devastante del piano inclinato verso la Terza Guerra Mondiale, ove ci spinge la follia delle classi dirigenti.
Se si vuole ribaltare il piano, se si vuole sconfiggere un’ultradestra che combina austerità liberista, autoritarismo dentro e guerra fuori, bisogna affrontare le basi materiali e politiche della sua forza.
Occorre costruire un fronte del rifiuto e della lotta contro il sistema di guerra.
Per questo, anche da Ravenna, parteciperemo alla manifestazione del 1 Giugno per Roma per dire:
- Stop al genocidio in Palestina e ad ogni complicità del governo italiano con Israele;
- Basta con la partecipazione dell’Italia alla guerra in Ucraina e all’aumento delle spese militari imposta dalla Nato e dall’Unione Europea; ritiro della missione navale Aspides dal Mar Rosso;
- Stop alle leggi liberiste e dell’austerità promosse da Unione Europea e governi italiani. Per la giustizia sociale e climatica, redistribuzione della ricchezza e un intervento attivo del pubblico nell’economia;
- Fine dello stato di polizia, della repressione e la criminalizzazione del dissenso, dei manganelli per chi protesta, dell’apartheid contro gli immigrati;
- Fermare la strage continua contro i lavoratori, introdurre il reato di omicidio sul lavoro, smontare il sistema degli appalti, abolire l’Alternanza Scuola Lavoro per gli studenti, fermare la distruzione della scuola e delle università;
- Stop alla “guerra contro i poveri” e agli aumenti delle tariffe. Riaffermare il diritto al reddito, il diritto all’abitare, a salari dignitosi, introdurre il salario minimo a 10 euro l’ora.
- Fermiamo l’imbavagliamento della stampa e l’attacco alle libertà democratiche e al diritto di sciopero. Fermiamo le riforme controcostituzionali sul premierato, l’Autonomia Differenziata tra le regioni e le modifiche autoritarie della Costituzione.
- Stop allo sfruttamento del territorio e alle grandi opere inutili come i metanodotti, i Rigassificatori, la TAV o il Ponte sullo Stretto.
- Fermiamo l’attacco al diritto all’aborto, le proposte legislative restrittive sulla Legge 194, contro ogni discriminazione di genere, di classe e di razza.
- Contro la Bossi-Fini e il decreto Cutro e le discriminazioni nei confronti dei lavoratori migranti, per la regolarizzazione di tutti i cittadini stranieri!
Contro il governo Meloni, reazionario, padronale e guerrafondaio e per una vera alternativa».
Intanto grazie a studentesse e studenti crescono nella sonnacchiosa Ravenna i momenti di opposizione a questa situazione e alle politiche, tra loro pressoché indistinguibili, dell’Amministrazione locale guidata dal centrosinistra (quella della bandiera israeliana sventolata dal Palazzo Comunale per intenderci) e del Governo nazionale guidato dal centrodestra (quello che non ha votato a favore di uno stato palestinese all’Assemblea delle Nazioni Unite per intenderci). Mercoledì è stata occupata la facoltà di Ingegneria sulla base delle seguenti richieste:
- Una presa di posizione dell’università rispetto ad un cessate il fuoco immediato e contro il genocidio che sta subendo il popolo Palestinese
- Cessazione di ogni accordo con entità Israeliane
- Cessazione di ogni accordo con le industrie della guerra, a partire da Leonardo S.p.a e la fondazione Med-Or
- Cessazione di ogni accordo con le industrie inquinanti a partire da Eni e Snam, che collaborano e supportano lo Stato di Israele e portano avanti da sempre progetti neocoloniali nel sud del mondo.
Già Martedì si erano svolti incontri tra le rappresentanze studentesche e quelle di Campus presso la facoltà di Giurisprudenza. E il 19 aprile era stata la facoltà di Beni Culturali la sede delle manifestazioni. Aveva poi preceduto tutto ciò l’occupazione del Liceo Artistico nel dicembre scorso. Anche il movimento studentesco partecipa alle iniziative di sabato.
Ravenna in Comune esprime solidarietà alle iniziative di lotta intraprese dai movimenti studenteschi, dai collettivi e centri sociali, dalle forze politiche, dalle associazioni, riuniti nel coordinamento Palestina libeRA ed invita chi condivide i nostri valori di pace e giustizia sociale di unirsi al corteo e all’assemblea di domani.”
Ravenna in Comune