Si sente sempre più la mancanza di quei dati che avrebbe dovuto fornire l’Osservatorio per la legalità e la sicurezza del lavoro. Invece la sua costituzione presso la Prefettura non sta dando alcun aiuto in questo senso. O, almeno, per quanto se ne sa, visto che dal luglio scorso non si sa nemmeno se si riunisca.

In mancanza di dati ufficiali dall’Osservatorio, proviamo ad inquadrare con quel che è possibile recuperare il gravissimo problema della sicurezza nell’edilizia che la morte di Vasile in Via Grado ha evidenziato in maniera dolorosissima. In Italia nel secondo semestre 2021 sono nate 64 nuove imprese edili al giorno, per un totale di 11.600 a fine dicembre. Nel numero sono comprese le imprese che facevano tutt’altro e che si sono “riconvertite” da un giorno all’altro per approfittare del boom del settore scatenato dalle agevolazioni fiscali (i cosiddetti “bonus”) che lo Stato ha approvato. Ravenna non fa eccezione. Ad oggi le aziende nel ramo delle costruzioni sono 5.300. 325 sono nuove, con una crescita sul 2020 del 52,6%. Prima della pandemia, nel 2019, operavano nel settore 5.191 imprese.

Il prezzo pagato sul fronte della legalità è altissimo. Truffe per oltre un miliardo di euro. Alla faccia di chi continua a parlare solo dei “furbetti del reddito di cittadinanza”: qui siamo attorno a sei volte tanto!

Però il prezzo è altissimo anche sul fronte della sicurezza perché ogni impresa irregolare è un’impresa meno sicura per chi vi lavora. In Italia nel secondo semestre 2021 l’ispettorato nazionale del lavoro ha accertato una percentuale del 90% di irregolarità ogni 100 verifiche effettuate nei cantieri edili. E su circa 13.000 infrazioni riscontrate nel 2021, il 50% è legata a problemi di sicurezza: l’inadeguatezza delle misure di protezione in caso di cadute dall’alto (mancanza del doppio parapetto, montaggi fuori norma dei ponteggi, materiali usurati, ecc.).

Come Ravenna in Comune sappiamo bene che le capacità di un’Amministrazione Comunale di intervenire efficacemente in un settore come quello delle costruzioni sono limitate. Ma non sono nulle. E non giustificano il girarsi dall’altra parte o il limitarsi alle condoglianze di circostanza. Il Sindaco ci ha risposto l’estate scorsa: «Non credo che postare l’osservatorio dalla Prefettura, che è l’ente preposto alla sicurezza, al Comune possa essere davvero incisivo». Come Ravenna in Comune, invece, siamo convinti che spostare l’Osservatorio in Comune e farlo funzionare sia decisivo e incisivo. Aspettiamo una risposta urgente dalla maggioranza, Coraggiosa in testa.