«Ravenna in Comune considera laicità, libertà e uguaglianza come valori guida». Sta scritto così nel nostro programma politico. Lo avevamo anticipato già nel 2015 nella nostra carta dei valori quando lanciammo il nostro progetto: «La laicità è un valore fondante della nostra impresa». Non possiamo perciò rimanere in silenzio quando leggiamo di iniziative da parte di sindaci romagnoli che platealmente calpestano in un colpo solo «laicità, libertà e uguaglianza». Con un atto pubblico dedicato («ordinanza n. 8 del 22 marzo 2023: Ordinanza per procedere alla Benedizione Pasquale di tutte le aule degli edifici scolastici presenti nel territorio del Comune di Pennabilli durante l’orario dedicato alle attività didattiche»), infatti, il Sindaco di Pennabilli:
«ORDINA alla Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo Statale “P. O. Olivieri” di Pennabilli di consentire ai sacerdoti il rito della Benedizione Pasquale all’interno di tutte le aule degli edifici scolastici di Pennabilli anche durante l’orario dedicato allo svolgimento dell’attività didattica nel rispetto dei portatori di diverse culture religiose ai quali deve essere consentito l’allontanamento momentaneo».
A quanto scrive il Sindaco nell’ordinanza, «l’Amministrazione Comunale intende garantire, per quanto di propria competenza […] il rispetto della religione cattolica nelle sue tradizionali manifestazioni».
Non sminuisce l’atto, ma semmai l’aggrava, il fatto che, riferisce la stampa, si tratti dello «stesso sindaco che giusto pochi mesi fa aveva detto “morirò in camicia nera”». Ancor di più si tratta di forzatura considerando che si tratta di un atto finalizzato al superamento di una circolare scolastica della citata dirigente scolastica che ha ribadito come in orario scolastico non sia possibile lo svolgimento di atti di culto, celebrazione di riti o qualsivoglia pratiche religiose. Posizione ineccepibile quella della dirigente scolastica in quanto conforme a quanto prevede il nostro ordinamento il quale consente che la benedizione nelle scuole possa svolgersi solo se prevista come attività extra-scolastica ed esclusivamente con partecipazione facoltativa (Consiglio di Stato del 27 marzo 2017 n.1388).
A chi, come il Sindaco di Pennabilli, rivestendo una carica istituzionale scrive, «Difendiamo la nostra cultura, le nostre tradizioni, le nostre radici Cristiane» e pretende con ciò di garantire «l’osservanza del dettato costituzionale», Ravenna in Comune contrappone la Costituzione italiana, quella vera, non quella inventata di sana pianta:
«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali» (art.3).
Non solo, va ribadito quanto determinato dal citato Consiglio di Stato per cui: «Al riguardo può richiamarsi l’art. 96, quarto comma, del D.Lgs. 16 aprile 1994, n. 297, secondo cui gli edifici scolastici possono essere utilizzati fuori dell’orario del servizio scolastico per attività che realizzino la funzione della scuola come centro di promozione culturale, sociale e civile. Tra tali finalità può comprendersi quella rivolta alla realizzazione di un culto religioso, sempre che ne sia libera, volontaria e facoltativa la partecipazione, e ciò avvenga, come richiesto, al di fuori dell’orario del servizio scolastico e previa delibera dell’organo competente» che non è comunque il Sindaco ma il Consiglio di Istituto della scuola.
In conclusione, invitiamo le istituzioni ad avere a riferimento anch’esse «laicità, libertà e uguaglianza come valori guida» come già affermato «affinché l’uguaglianza dei diritti e la dignità siano garantiti a tutti e a tutte».