“Oggi pomeriggio, dalle 15.00, in Consiglio Comunale verrà votata la delibera sulla realizzazione del rigassificatore davanti alle spiagge di Marina e Punta, con annessi 45 chilometri di gasdotti, stazione a terra ed espropri conseguenti. Ha un titolo lunghissimo: “Snam Fsru Italia s.r.l. emergenza gas – ‘Fsru Ravenna e collegamento alla rete nazionale gasdotti’: intervento strategico di pubblica utilità, indifferibile e urgente, finalizzato all’incremento della capacità di rigassificazione nazionale. Valutazione in merito alla variante agli strumenti urbanistici vigenti (Psc – Rue) e all’elaborato Poc 13 ‘Ricognizione vincoli espropriativi e dichiarazioni di pubblica utilità’ del Poc, finalizzata al rilascio dell’autorizzazione alla costruzione ed esercizio del rigassificatore e delle opere connesse con accertamento della conformità urbanistica, apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e dichiarazione di pubblica utilità”.
Per quanto fumo negli occhi sia stato lanciato dal Commissario Bonaccini e dal Sindaco de Pascale, molte fake news si sono dissipate. Il rigassificatore non serve all’emergenza freddo, visto che non potrebbe dar gas a nessuna caldaia prima dell’inverno 2024/2025. Non serve neanche ad abbassare le bollette, poiché il gas che arriva liquefatto costa di più di quello via gasdotto e, inoltre, dovrà ammortizzare in bolletta il costo di un miliardo dell’operazione. Non serve per un intervento provvisorio, in quanto la nave non è stata affittata ma comprata a caro prezzo, ci sono un mucchio di opere fisse, pure pagate a caro prezzo, e la durata prevista è un quarto di secolo. Non serve per la transizione in quanto per giustificarne la realizzazione sono state bloccate tutte le autorizzazione per transitare alle rinnovabili. Non serve per raggiungere gli obiettivi imposti all’Italia dalle misure europee per il contrasto al riscaldamento globale poiché il gas è diventato il peggior climalterante immesso in atmosfera. Eccetera.
L’Amministrazione Comunale aveva già bocciato nel 2008 la proposta di realizzare un rigassificatore e nessun partito ha chiesto un mandato agli elettori alle scorse elezioni comunali per ribaltare questa decisione. Anzi, molti partiti hanno messo la transizione all’energie rinnovabili come obiettivo di programma, sul quale hanno chiesto il voto agli elettori. Se hanno eletto delle consigliere e dei consiglieri, dunque, non è stato perché approvassero un impianto di rigassificazione, che era già stato respinto, ma perché promuovessero prima di ogni altra cosa interventi in grado di arrestare il riscaldamento climatico, in linea con la dichiarazione di emergenza climatica approvata nel 2019.
Ravenna in Comune aspetta il voto di oggi pomeriggio per trarre le conclusioni sul rispetto che i partiti avranno dimostrato nei confronti della cittadinanza che ha dato loro fiducia. Preme ricordare che la responsabilità di recuperare al voto quel 30 per cento del corpo elettorale che vi ha rinunciato il 25 settembre scorso ricade su di loro. Chi preferirà chinare il capo agli interessi economici di pochi, fregandosene del futuro della collettività, avrà dato un ulteriore contributo alla perdita di credibilità della nostra democrazia.”