“Un albero tagliato resta un albero tagliato. Un albero morto è stato portato in piazza del Popolo a Ravenna e, rimpiazzata la vita con addobbi e luminarie, sarà illuminato a partire da domani alla presenza di Sindaco e Prefetto. Che si tratti di abbattimento selettivo (come viene detto) o di colpi di accetta assestati su una pianta scelta a caso (come in altri casi avvenuto) poco cambia: per l’ennesima volta quella che una volta era una pianta ed ora altro non è che un pezzo di legno sarà il totem attorno a cui aprire il portafoglio (per chi ha denaro da spendere) per i riti di acquisto.A Ravenna da mesi è in corso una protesta per impedire che per le ragioni più varie si continuino a tirar giù alberi: dalla realizzazione del cosiddetto Parco Marittimo, alla salvaguardia degli abitanti per presunto rischio caduta, all’incompatibilità con cantieri di ogni genere, al puro e semplice odio verso una particolare specie arborea (de Pascale, ad esempio, deve soffrire di una qualche forma di fobia vero i pini), ogni scusa è buona per eliminare piante adulte con la promessa, raramente mantenuta, di sostituirle con improbabili fuscelli. Siamo in attesa da un momento all’altro che si pronunci il giudice adito da cittadine e cittadine perché venga sospesa la preannunciata mattanza nel viale alberato Romagna di Lido di Savio. E nel frattempo il Comune, lo stesso comune che ha istituito un farsesco assessorato alla riforestazione assegnato ad un grillino per caso, non trova di meglio da fare che far abbattere un abete rosso sano ad Andalo, grazie ai buoni uffici del consigliere Daniele Perini e della sua Amare Ravenna, e farlo appositamente trasportare per 340 chilometri sino al centro di Ravenna. E, già che ci siamo, si può sapere quanto sia costata l’operazione? Risulta che l’albero sia stato soppresso gratuitamente e che gli addobbi abbiano sponsor, ma il trasporto? L’illuminazione? E il successivo smaltimento del “cadavere”? Quanto costa quello che si configura come uno spettacolo altamente diseducativo in piena crisi climatica?
Possibile che anno dopo anno non si trovi un modo sostenibile e meno discutibile di “onorare” la tradizione rispetto a quello che si continua a seguire?
Contemporaneamente all’annuncio dell’accensione dell’albero morto è stata data notizia che «La giunta comunale ha approvato un progetto per interventi di messa in sicurezza e di bonifica delle radici in diverse strade del centro urbano per un valore di oltre 200mila euro». Cosa significa bonifica delle radici? Che queste verranno tagliate semplicemente via prima di passarvi sopra una stesa di asfalto? Perché sappiamo bene che questo a) ha un effetto limitatissimo nel tempo se l’albero sopravvive ed il suo impianto radicale torna a svilupparsi, b) può comportare l’instabilità della pianta ed il suo successivo abbattimento come da film sopra visto. Eppure sono stati sviluppati progetti in altre città perché sia possibile la convivenza tra piante e pedoni e ciclisti ed anzi questa sia agevolata vista l’indispensabile funzione degli alberi in contesto cittadino per ridurre le isole di calore. A Ravenna no. A Ravenna c’è un’assessora, auspicabilmente di prossima cessazione, che promette le “bonifiche” intese come taglio e asfalto dove «gli apparati radicali rischiano di diventare maggiormente invasivi». È la stessa assessora che si è sostanzialmente fatta beffe di una petizione che in poco tempo ha visto la sottoscrizione di migliaia e migliaia di persone.
Come Ravenna in Comune chiediamo che questo sia l’ultimo anno in cui un albero sano viene appositamente tagliato e messo al centro della piazza cittadina. Chiediamo inoltre che sia l’ultimo anno in cui l’Amministrazione comunale è la prima a violare il regolamento del verde che si è data. Chiediamo infine che sia data sollecita risposta alle nostre domande.”