“C’è complimento e complimento vien da dire ascoltando le lezioni impartite a Ravenna da Carlo Calenda. Il tema è quello dell’energia e il luogo è l’ex mercato coperto dove, colui che un giorno costruisce (a parole) un partito e il giorno dopo (nei fatti) ci butta sopra il sale a mo’ di Attila, proprio ieri ha detto la sua anche sul Sindaco di Ravenna: «Mi è stata chiesta la mia posizione sui rigassificatori. Qui a Ravenna avete un sindaco molto coraggioso, che ha fatto quello che bisognava fare». E poi ha aggiunto: «Il Sindaco de Pascale milita temporaneamente in un partito diverso dal nostro ma non è di sinistra». Ha anche detto che era una battuta ma non si capisce a questo punto dove inizia lo scherzo e dove finisce.
Certo che con le posizioni di sinistra de Pascale non ha nulla a che fare. Ma non da oggi. Se si trova in perfetta consonanza con Meloni e Pichetto Fratin oggi, si trovava altrettanto bene con Cingolani e Salvini ieri in fatto di gas, da estrarre o rigassificare poco cambia. L’importanza per de Pascale è che tutto giri attorno al fossile, che si parli del rigassificatore, del gas estratto dall’Angela Angelina o della discarica di CO2 davanti alle nostre coste, seguendo puntualmente le indicazioni del nuovamente rinnovato AD di ENI, Descalzi. Ah, dimenticavamo, ci sta anche il tempo per citare il progetto AGNES, perché un po’ di greenwashing non guasta mai. Non che il parco eolico e quello solare galleggianti siano di per sé greenwashing, anzi, ma è l’uso furbetto del Sindaco, che ne fa il prezzemolo da aggiungere ad ogni ricetta, senza veramente tirarlo mai fuori dal frigo, a renderlo tale nei suoi discorsi. Ci ricordiamo tutti, vero, quando rassicurava sul fatto che rinnovabili e rigassificatore dovevano procedere di pari passo? Eppure nessuno l’ha poi sentito lamentarsi per il fatto che in quattro mesi si è autorizzata la SW Singapore saltando a piè pari Seveso e VIA, mentre ad AGNES i passaggi procedurali sembrano aggiungersi invece che ridursi? Al brindisi con SNAM per l’autorizzazione rilasciata in tempi da record al rigassificatore lo abbiamo visto; che ha battuto alle porte dei palazzi romani per favorire l’estrazione di gas più vicino alla costa ce l’ha raccontato lui stesso; ma le rinnovabili, evidentemente, non sa proprio dove stiano di casa.
Molto più credibile sulle energie rinnovabili, ce lo consenta il Sindaco, è la campagna Per il Clima – Fuori dal Fossile che, sempre ieri, in un’intervista informata e approfondita, proprio l’opposto dello show di Calenda, abbiamo sentito spiegare al giornalista i limiti di una strategia che investe quasi esclusivamente sul fossile a discapito delle rinnovabili: «Gli investimenti in gas tolgono risorse alla transizione. Lo dice l’Unione Europea che, la settimana scorsa, ha segnalato come si siano impegnati finanziamenti nel fossile di ben quattro volte superiori al fossile che effettivamente consumeremo, anche proiettando i consumi sui prossimi anni. Sono investimenti che la stessa UE deplora in quanto finalizzati a fonti energetiche inevitabilmente destinate alla cessazione, a portare quindi perdita di lavoro e impoverimento della nostra società. Eppure questi investimenti, come quelli sui rigassificatori, vengono spinti, accelerati, in procedure in cui non è possibile né partecipazione né discussione».
Il Sindaco, invece, si sente più a suo agio dove si sponsorizza il fossile, anche attraverso autentiche fake news come quelle sentite ieri all’ex mercato coperto, con tanto di sviolinata finale da parte dello stesso Calenda: «Noi rischiamo di non essere indipendenti e se non sei indipendente, hai i prezzi alti e il rischio appunto di non avere il gas. Quindi, tanto di cappello a quello che hanno fatto il sindaco e il governatore». Come se invece non sapessimo che l’impennata del gas, iniziata ben prima della guerra ucraina, ha un importante fattore speculativo che la nutre. Impennata certo non contrastata dalle imprese italiane del settore, ENI in testa, e Hera a rimorchio, che hanno così visto accrescere bilanci e valori delle azioni con l’esportazione all’estero di un bene, il gas, che si raccontava invece essere addirittura mancante per il riscaldamento delle famiglie italiane. Sulla credibilità di Calenda, del resto, la dice lunga la sua sponsorizzazione del nucleare, condita dalla deplorevole affermazione secondo cui «il referendum che bocciò il nucleare in Italia fu il primo atto di populismo italiano». Gli andrebbe ricordato, e il Sindaco si è ben guardato dal farlo, che furono addirittura due, nel 1987 e nel 2011, le volte in cui gli Italiani ebbero modo di esprimersi e lo fecero in entrambi casi senza ambiguità, respingendo per sempre l’opzione della fissione nucleare, l’unica energia nucleare ad oggi ricavata dai reattori che esistono al mondo. Gli si sarebbe poi dovuto rammentare che l’energia ricavata dalla fissione nucleare è talmente “all’avanguardia” che la Germania ha appena spento gli ultimi reattori che manteneva in funzione, preferendo per il futuro investire sulle rinnovabili che già oggi coprono il 50% del fabbisogno di quel Paese. Il nucleare che piace tanto a Calenda, dunque, è una opzione superata e al contempo antidemocratica.
L’intervista al Coordinamento della campagna Per il Clima – Fuori dal Fossile si è conclusa ricordando che il 6 maggio si terrà una nuova manifestazione contro il rigassificatore di Ravenna. Sarà questa volta una manifestazione di carattere nazionale. Una protesta contro rigassificatori, trivelle e gasdotti realizzata a Ravenna proprio a causa di chi, come Calenda e de Pascale, Meloni e Bonaccini, ne vuole fare una sorta di capitale del fossile. Ravenna in Comune ha aderito convintamente alla manifestazione, così come ha partecipato alle precedenti. Il solo futuro sostenibile che potrà esservi per Ravenna, capitale o meno, si realizzerà solo se la politica accelererà la transizione alle energie rinnovabili.”