“Si è concluso anche il passaggio delle primarie del Partito Democratico. Come Ravenna in Comune abbiamo evitato di esprimere commenti su questa fase sia per rispetto nei confronti di chi vi partecipa, sia per il fatto che di per sé non ci interessava. Il racconto per cui si sarebbe trattato di un momento importante per riportare la barra di quel partito verso sinistra è stato, appunto, soltanto un racconto, peraltro scritto male. Il nome di Partito Democratico venne attribuito ad un partito che non doveva collocarsi a sinistra. Non nacque dalla fusione a freddo di Democrazia Cristiana e Partito Comunista Italiano ma di due partiti che già avevano ampiamente reciso i legami con le due principali formazioni politiche del secondo novecento italiano. La combinazione di Margherita e Democratici di Sinistra ha programmaticamente dato luogo ad un partito di centro orientato verso sinistra. L’orientamento, però, si deduce solo per opposizione agli avversari politici (centrodestra) e non per il sistema valoriale. Infatti il PD ha rinunciato alla rappresentanza dei lavoratori propria di un partito di sinistra, abbracciando invece programmaticamente gli interessi padronali, obiettivo che se si fosse collocato saldamente a sinistra sarebbe stato oggettivamente impossibile da realizzare. La segreteria Renzi non è stata un inspiegabile incidente di percorso ma una delle tante possibilità in cui il sistema valoriale del PD poteva essere declinato. Veltroni, Bersani, Renzi, Zingaretti, Letta sono stati ugualmente in grado di incarnarlo allo stesso modo, così come l’alternativa tra Bonaccini e Schlein non ha avuto in sé niente di realmente alternativo. La sostanza resta la stessa: il PD è un partito di centrosinistra saldamente agganciato ad un sistema economico che non prevede alternative al liberismo. Con quel che ne consegue, si parli di guerra, di ambiente, di lavoro, servizi, eccetera eccetera. In sintesi, appunto, non ci interessa in quanto Ravenna in Comune è sorta proprio per rappresentare gli interessi degli strati sociali lasciati senza risposte dalle amministrazioni locali a guida PD.
Ci interessa invece quanto comporta il seguito di questa fase per la parte di politica che insiste a dirsi di “sinistra” nonostante abbia intrapreso un’alleanza con il PD che di per sé impedisce, appunto, l’attuazione di qualunque politica di “sinistra”. Il suicidio politico delle varie “Coraggiose” costruite sul modello dell’Emilia-Romagna Coraggiosa messa in piedi dalla Schlein come proprio trampolino politico per le regionali, infatti, era già in corso prima ancora di apprendere l’esito delle primarie. Ovviamente. Non poteva infatti non essere condizionato dalla formale adesione di Schlein al PD anche indipendentemente dalla candidatura a segretaria di quello stesso partito.
A Faenza c’era Faenza Coraggiosa, inaugurata giusto in tempo per le comunali del 2020. Dopo le elezioni si è ritrovata con un assessore e due consiglieri: hanno tutti firmato l’appello in favore di Schlein segretaria PD presentandosi come elettori di quel partito. Edward Necki, già candidato per una delle componenti della lista, L’Altra Faenza, (consigliere nella precedente consigliatura ma non rieletto in questa) intervistato sul destino di Coraggiosa ha dichiarato: «Per quanto mi riguarda quel percorso è morto, a livello regionale ma anche faentino, nel momento in cui il suo leader, Elly Schlein, si è candidata tra le fila del Pd a settembre. C’è chi fa battaglie per difendere gli ultimi, e chi invece cerca un posto al sole. È nella natura del Pd l’anteporre la presenza nelle istituzioni a qualsiasi altro ragionamento. Probabilmente Coraggiosa verrà tenuta in vita artificialmente fino alle prossime tornate regionali e amministrative: una logica che gli elettori non capiranno».
A Imola, invece, c’era Imola Coraggiosa, anch’essa costituitasi in tempo per la stessa tornata elettorale del 2020. Ad urne chiuse ha ottenuto un’assessora e un consigliere. L’assessora ha sottoscritto l’appello per Schlein segretaria PD, ma il gruppo consigliare non è stato dello stesso avviso e ha formalmente messo la parola fine alla breve storia di Imola Coraggiosa nel Consiglio Comunale annunciando il cambio di denominazione in Sinistra imolese. Il capogruppo Filippo Samachini (ex PCI) ha dichiarato: «È evidente che Coraggiosa, nei fatti, è un progetto che non esiste più».
A Ravenna, in occasione delle elezioni comunali dell’ottobre 2021, Ravenna Coraggiosa ha messo assieme due forze politiche già in maggioranza con il PD nella consigliatura precedente: Art. 1 Mdp e Sinistra per Ravenna. A questi si è aggiunta Sinistra Italiana. La lista ha eletto due consiglieri e ha ottenuto in giunta un assessore: tutti sottoscrittori dell’appello per Schlein segretaria PD. Sinistra Italiana è un partito alleato del PD ma non ha direttamente partecipato al percorso delle primarie (anche se in alcune realtà lo hanno fatto alcuni suoi componenti, come ad es. il tesoriere bolognese). Una situazione quella ravennate molto simile a quella faentina, dunque, per la quale non si fa fatica a immaginare un dopo primarie analogo a quello tratteggiato da Necki per la città manfreda.
Sia dove Coraggiosa si sciolga formalmente sia dove vivacchi come gruppo sino al termine del mandato, in tutte le circostanze e i luoghi va riconosciuto che il racconto di realizzare sotto quella denominazione un progetto politico autonomo dal PD non è andato al di là della propaganda. Durato solo per il tempo strettamente necessario a concludere la campagna elettorale. Scrivevano: «Ravenna Coraggiosa è un progetto, un’idea da pensare insieme. Abbiamo bisogno di idee e linguaggi nuovi. Abbiamo il tempo necessario per costruire una proposta innovativa col cuore a sinistra. È il momento di avere coraggio». Prima che iniziasse la campagna elettorale a Ravenna in Comune venne fatta la proposta di intrupparsi con Coraggiosa in un’alleanza con il PD. Avrebbe significato rinunciare alla nostra stessa identità in cambio di uno o più posti al banchetto. Coerentemente abbiamo rifiutato, pagandone un prezzo alto: il contesto ha reso impossibile la nostra partecipazione alla campagna elettorale 2021. È il momento di riconoscere che il coraggio e la ragione erano e sono tuttora dalla nostra parte. Grazie anche a Ravenna in Comune e nonostante il prevedibile esito di Ravenna Coraggiosa, la sinistra è politicamente attiva nel nostro Comune.”