“Ieri era il giorno della Terra. Si celebra dal 22 aprile 1970 per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra. Si tratta di una giornata di impegno planetario, dunque, per la salute planetaria, da agire territorialmente, da parte di ogni abitante della Terra, attraverso specifiche azioni sul piano locale.

Se guardiamo a quella porzione di mondo rappresentata dalla penisola italiana e, ancora più vicino a noi, alla regione, alla provincia e al comune di Ravenna, non si può non essere sconfortate e sconfortati dal deterioramento dell’ambiente in cui viviamo. In Italia attualmente il 7,14% del territorio è interessato da coperture artificiali per complessivi 21.500 km2. Vengono impermeabilizzati 2,2 metri quadrati per ogni secondo che passa. L’Emilia-Romagna, da sola, fino ad ora, ha consumato 2mila km2 di territorio regionale, quasi il 9% sul totale disponibile: in valore percentuale è al quarto posto in Italia per consumo di suolo. La provincia di Ravenna batte questo record con il 10,18%. A livello comunale, poi, Ravenna è record regionale in termini assoluti con 71 km2 impermeabilizzati; al tredicesimo posto in Italia (tra i comuni con più di 100mila abitanti) per maggior incremento in un solo anno (dal 2021 al 2022). Ed era al secondo posto l’anno prima…

Le conseguenze sono state evidenziate dall’alluvione di un anno fa, in cui è risultata sovrapponibile la cartografia delle cementificazioni a quella delle inondazioni. Con la legge regionale 24/2017 Bonaccini dichiarava che si puntava al consumo di suolo zero. Se fosse stata veramente intesa per fermare le costruzioni, almeno dove non si doveva avviarle, i danni dell’alluvione sarebbero stati di gran lunga inferiori. Invece, tra una proroga e l’altra, tra un inghippo e l’altro, dal 2017 ha continuato a non fermare nemmeno un grammo di cemento. L’ultima proroga, proprio quella che ha spostato per l’ennesima volta in avanti i procedimenti di adozione della pianificazione urbanistica attuativa della legge, è stata deliberata proprio per l’alluvione! Cioè, di fatto, si è consentito di andare avanti ad approvare nuove lottizzazioni dovunque, anche in aree sommerse dall’alluvione di maggio 2023, proprio perché c’è stata l’alluvione del maggio 2023! Ravenna in questo è stato un esempio negativo per tutta l’Italia approfittando della possibilità consentita dalla Regione e approvando negli ultimi 12 mesi nuove impermeabilizzazioni destinate appunto a finire sott’acqua alla prossima occasione.

In tutto questo fa sinceramente ridere sentire Bonaccini, già in campagna elettorale da mesi, dichiarare: «Non si costruirà più nelle aree allagate». Uno slogan a cui non ha fatto seguito nessun atto ufficiale né per fermare né per cancellare i via libera già dati. E come potrebbe? I suoi capibastone, de Pascale in testa, hanno un rapporto privilegiato con i lottizzatori e hanno puntualmente onorato ogni possibilità edificatoria disposta nei piani urbanistici che da tempo avrebbero dovuto essere scaduti. Ravenna in Comune, dopo le alluvioni, aveva chiesto all’Amministrazione de Pascale di dichiarare «l’annullamento in autotutela di autorizzazioni già rilasciate in relazione a costruzioni da realizzarsi in aree dove è grave il rischio di sommersione negli eventi alluvionali». Stiamo ancora aspettando…

Applicando rigorosamente il «Pensa globalmente, agisci localmente» daremo un importante contributo alla salute del pianeta sostituendo prima possibile la classe politica che ha fin qui amministrato nazione, regione, provincia e comune. È sicuramente una buona notizia, dunque, apprendere che né Bonaccini né de Pascale hanno davanti ulteriori mandati per portare ulteriormente avanti i guasti già compiuti. Resta la constatazione che, in base a quanto sperimentato a livello nazionale, la sostituzione del centrosinistra al governo locale con il centrodestra insediato a Roma, non comporterebbe alcun cambiamento di politica. È tempo che si apra una nuova stagione politica abitata da forze politiche non compromesse con quelle che hanno ampiamente dimostrato in questi anni di non aver a cuore né la salute del pianeta né di chi lo abita. Perché sia il giorno della Terra quello di ogni giorno.”