“Domani si terrà l’ennesima provocazione alla Ravenna antifascista rappresentata dalla commemorazione del gerarca fascista Ettore Muti. La novità di quest’anno è il risveglio con sospetto tempismo del Sindaco che ha scritto “addirittura” un post su facebook per chiedersi: «Come può la celebrazione di un fascista non essere considerata apologia di fascismo?». La domanda è pertinente anche se chiaramente condizionata dalla campagna elettorale in cui il PD si aggrappa al solito “pericolo delle destre” per nascondere la sostanziale omogeneità delle proprie politiche liberistiche con quelle delle stesse pericolose destre. Curioso tutto ciò, peraltro, in quanto propagandato da un partito autore del tentativo nel 2016 di stravolgere la costituzione repubblicana, al quale lo stesso de Pascale diede il suo contributo.
Per quanto riguarda Ravenna in Comune non abbiamo alcun risveglio da torpore pluriennale di cui scusarci. Siamo sempre stati attivi e vigili contro le risorgenze fasciste. Siamo riusciti a portare avanti in questo campo alcuni interventi per noi importanti con il Consigliere Massimo Manzoli. Dalla esclusione di Mussolini dal registro della cittadinanza onoraria della Città all’obbligo di adesione esplicita ai principi democratici per l’ottenimento di spazi pubblici. Quanto alle commemorazioni annuali al cimitero, risale già a pochi giorni dalla sua elezione a consigliera l’ordine del giorno presentato da Raffaella Sutter, nostra candidata sindaca e capogruppo in Consiglio, dal titolo “Quali provvedimenti adottare per impedire o in subordine limitare la celebrazione del gerarca fascista Ettore Muti nel cimitero di Ravenna”. La risposta di de Pascale, in sintesi, fu che non si poteva evitare. La stessa risposta data dai due sindaci che lo hanno preceduto. Eppure lo scorso anno a de Pascale, con la collaborazione della prefettura, è riuscito di giustificare il divieto di manifestazioni in luoghi ritenuti sensibili come Piazza del Popolo. In quel caso, però, si trattava di arrestare le “ben più pericolose” contestazioni alla gestione della pandemia e al deposito di CO2. Quindi ci permettiamo di mettere in dubbio la sincerità del suo appello “via social” per «chiedere con forza che manifestazioni apologetiche del fascismo non vengano autorizzate e i comportamenti illeciti perseguiti». Altrettanto “pro forma” deve averlo considerato il prefetto che, infatti, la manifestazione non impedirà, anche lui al pari dei suoi predecessori. Decisamente eccessivi, dunque, i ringraziamenti che qualcuno ha tributato al Sindaco per il suo post striminzito.
Ravenna in Comune ribadisce che la manifestazione è una deliberata provocazione fascista, organizzata da chi, ogni anno, pianifica a Predappio la celebrazione del capo di Muti, Benito Mussolini, in occasione dell’anniversario della nascita e di quello della morte, nonché i “festeggiamenti” a ricordo della marcia su Roma dello stesso Mussolini. A chi sostiene che i morti sono tutti uguali replichiamo che se questo vale per i resti umani, diversa considerazione riguarda chi quei corpi ha abitato. Nessuna democrazia può consentire venga onorato il ricordo di chi ha represso i valori democratici; nessuna presunta tutela della libertà lo giustifica. La memoria dei martiri del ponte degli allocchi che onoreremo tra qualche giorno non ha nessuna possibilità di venire parificata all’esecrabile ricordo del gerarca fascista nel cui nome quelle dodici persone furono assassinate il 25 agosto 1944. Se quelle morti fossero messe sullo stesso piano, la nostra democrazia nata dalla Resistenza sarebbe finita.
Ora e sempre Resistenza.”