“Perdite d’acqua. La notizia buona è che potrebbe andar peggio: Ravenna non è in testa alla classifica delle province emiliano-romagnole con maggiori perdite lungo le condutture. La notizia cattiva è che un quarto dell’acqua potabile immessa in rete va perduta. Più precisamente si tratta del 24,1%. I dati Istat diffusi il 29 dicembre scorso fanno riferimento al 2020 ma non ci sono indizi che facciano sperare in un miglioramento della situazione. Secondo l’Istat (vedi tavola n.17) mancano all’appello quasi 10 milioni di preziosissimi metri cubi di acqua potabile (più precisamente 9.526.000 nel 2020), pari alla differenza tra quanto Romagna Acque mette a disposizione (1.250 litri al secondo) e quanto riesce ad arrivare ai rubinetti.
Ce lo possiamo permettere? «Un fenomeno in crescita è quello della siccità: 663,6 i mm di pioggia (-88,4 mm della norma)» ci ricorda Roberto Gentilini, esperto dell’Osservatorio Meteo Torricelli di Faenza (e candidato a sindaco di Faenza per Potere al Popolo) parlando dell’andamento meteo nell’anno appena trascorso. «Il 2022 è stato il dodicesimo anno consecutivo più caldo della norma, anzi il più caldo in assoluto dal 1946 ad oggi con + 15,52 °C (+1,7°C sulla norma). È stato inoltre il primo anno a chiudere senza nessuna gelata in dicembre» dove anzi si è «segnato le medie più alte da 76 anni a questa parte. Stiamo scontando un surriscaldamento secolare. In pratica non ci sono più inverni rigidi, ma solo rigurgiti sempre più tardivi, fino a primavera, nefasti per l’agricoltura tradizionale. L’Inverno non riesce più a partire, diventano una costante i colpi di coda: le medie annuali sopra i 15 gradi sono il risultato di inverni corti e dolci ed estati allungate».
In provincia di Ravenna il servizio idrico integrato è stato affidato ad Hera, partecipata del nostro Comune tramite Ravenna Holding. Tra le attività della convenzione è prevista la «manutenzione ordinaria e la manutenzione straordinaria di impianti di captazione, accumulo, potabilizzazione, sollevamento e di reti di adduzione, distribuzione di acqua ad usi civili, compresi gli allacciamenti dalla derivazione della rete sino al punto di consegna». Grazie ad un “regalo” della Legge Regionale n. 14 del 21 Ottobre 2021 l’affidamento in essere, che sarebbe dovuto cessare quest’anno, è stato prorogato fino alla fine del 2027. Lo Stato aveva messo in dubbio la legittimità del provvedimento ma la Consulta ha deciso in favore della Regione.
Col 5% dell’azionariato di Hera la capacità di de Pascale di condizionare l’operato di Hera è pressoché inesistente. Però la necessità che Hera faccia di più sul fronte delle perdite dalla rete resta. Come Ravenna in Comune abbiamo un motivo in più per arrabbiarci per il disprezzo nei confronti della democrazia operato da tutti i partiti che sono stati al governo del Paese, della Regione e del Comune dal Referendum del 2011. Una grande vittoria di popolo pretese la ripubblicizzazione dell’acqua sottraendola alle multiutility come Hera. Stiamo ancora aspettando. Come aspettiamo un forte richiamo del Sindaco verso Hera perché ripari la rete colabrodo.”