In luglio Bonaccini già parlava di “ospitare” a Ravenna anche il rigassificatore destinato a Piombino: «Se la Toscana non lo vuole lo prendiamo a Ravenna, senza problemi, assieme all’altro». Se qualcuno pensava fosse una sparata ad effetto ma non qualcosa di sostanziale dovrà ricredersi. Infatti è deflagrata la notizia che la soluzione pensata per risolvere il problema della durata limitata dell’autorizzazione rilasciata a SNAM su Piombino sarebbe proprio il raddoppio dei rigassificatori a Ravenna. Per chi non lo sapesse, per cercare di superare le comprensibili opposizioni di cittadinanza e amministrazione piombinese, è prevista una scadenza tra 3 anni della permanenza nel porto toscano della “Golar Tundra”, molto meno dei 25 anni previsti per la “Singapore” a Ravenna. Il problema, non banale, è dove metterla dopo. A chi aveva pensato al raddoppio su Livorno, dove già è presente un’altra nave rigassificatrice ormeggiata a più di 20 chilometri dalla costa (contro gli 8 previsti per Ravenna), è giunta la smentita di Giani, Presidente della Toscana (l’altro commissario alla rigassificazione) che ha dichiarato ai giornali: «Snam sta trovando una soluzione al di fuori della nostra regione». Entro i prossimi 100 giorni SNAM dovrà fornire i dettagli (Giani: «darò ulteriori 100 giorni a Snam per trovare una piattaforma al di fuori della costa toscana»). Così la stampa ha fatto due più due: «Le dichiarazioni di Giani (dopo Piombino, la nave via dalla Toscana) hanno cancellato Livorno e messo Ravenna nelle condizioni di essere l’unica candidata. Anche se bisognerà attendere che trascorrano i 100 giorni chiesti da Snam per approfondire l’analisi sul riposizionamento della Golar Tundra, compreso interloquire con il commissario straordinario Bonaccini e il sindaco ravennate de Pascale. È certo che la società dell’ad Venier vuole andare dove esiste già una infrastruttura».

Inoltre è possibile che Piombino riesca ad evitare del tutto l’assurdità di ormeggiare a breve distanza dalla città un impianto a grave rischio di incidente rilevante per il quale nessuna analisi RIR (e VIA) è stata effettuata. Il prossimo 21 dicembre, infatti, si terrà avanti al TAR Toscana l’udienza sul ricorso presentato dall’Amministrazione Comunale piombinese contro il rilascio del provvedimento di autorizzazione. Non verrà deciso sul merito del ricorso ma sulla richiesta di sospensione con cui il Sindaco ha accompagnato il ricorso. Se venisse accolta comporterebbe l’arresto immediato di tutte le attività che SNAM sta svolgendo a Piombino per consentire il funzionamento dell’impianto. Non solo, indicherebbe anche che il Tribunale non ha escluso di dar ragione al Sindaco. Presupposti della sospensiva sono infatti il pericolo di un danno irreparabile nelle more del giudizio di merito ma anche il cosiddetto “fumus boni iuris”, ovvero il TAR deve ritenere che la richiesta del ricorrente ad un primo (per quanto non definitivo) esame appare fondata e ammissibile. La conseguenza sarebbe che il problema di dove mettere la “Golar Tundra” per SNAM si presenterebbe subito e non fra 3 anni.

Ravenna in Comune anticipa che, ferma restando l’opposizione alla installazione della “Singapore”, l’opposizione ad una eventuale decisione di Sindaco e Presidente della Regione di fare il bis aggiungendo la “Golar Tundra” sarebbe inevitabile e ancor più fondata. È evidente, infatti, che il raddoppio delle navi rappresenterebbe anche il raddoppio dei problemi che abbiamo ampiamente segnalato in questi mesi, innanzi tutto quelli rappresentati dalla sicurezza che, anche a Ravenna, non è stata esaminata nelle forme di legge: si sono infatti evitate sia le procedure imposte dalla normativa Seveso sui grandi rischi industriali che quelle richieste dalla Valutazione di Impatto Ambientale. Questa possibilità, accordata alla prima domanda della SNAM, però, non è prevista per una seconda domanda collegata ad una seconda nave. Per la Golar Tundra a Ravenna si dovrà esaminare tutto secondo le regole. E per fortuna, visto che «l’incidente più catastrofico immaginabile fra tutte le fonti energetiche», come lo definiva Piero Angela, nel caso di un secondo rigassificatore sarebbe due volte più probabile. Come abbiamo detto più volte, la lotta per il ripristino della legalità, della sicurezza e della tutela del territorio, da parte nostra non si è fermata e non si fermerà. Sì alle rinnovabili e al relativo sviluppo delle attività economiche ricollegate; no ad uno o più rigassificatori e alla mazzata che darebbero a tante attività economiche, dal turismo alla pesca ma anche al porto, viste le limitazioni ai transiti per non creare sovrapposizioni nelle rotte.”