Per qualcuno la scienza va ascoltata solo quando fa comodo. È il caso del Sindaco di Ravenna che, intervistato dalla stampa nazionale, chiude occhi e orecchie all’evidenza scientifica e si fa una volta in più sponsor di una finta transizione energetica fondata sulle energie fossili. In particolare insiste per continuare a estrarre e bruciare il gas naturale che si stima ancora presente al largo di Ravenna.
Cosa dice l’evidenza scientifica? Non c’è dubbio che il gas naturale, confrontato con il carbone o con il petrolio, produca meno CO2 al momento di venire bruciata. Però si tratta di un “meno” relativo che è comunque “tanto” (troppo) in termini assoluti, specie quando il confronto viene correttamente fatto con le cosiddette “rinnovabili”. Senza contare che la CO2 è solo uno dei gas serra responsabili del riscaldamento globale. Per quantità emessa in atmosfera, subito dopo la CO2, infatti, c’è proprio il gas naturale. La sua estrazione comporta un elevatissimo quantitativo di emissioni “indirette”, di molto superiore al petrolio. E il problema principale delle emissioni aggiuntive di gas naturale è che è circa 30 volte più potente della CO2 a trattenere calore in atmosfera.
Può girare la testa dall’altra parte il Sindaco di una città destinata a scomparire dalla carta geografica entro il secolo a causa del riscaldamento globale? Dopo tutto, se non dovesse essere un testimone diretto del disastro, lo saranno i suoi figli. I bambini di oggi saranno le vittime dell’innalzamento dei mari, delle “pazzie” del tempo, insomma, delle conseguenze ampiamente previste dalla comunità scientifica. Proprio quella scienza citata a proposito e a sproposito dallo stesso Sindaco durante tutta la pandemia a giustificazione di ogni decisione politica.
Cosa dovrebbe fare un Sindaco che avesse a cuore il nostro territorio, facendo così del bene anche al resto del pianeta? Spingere per le rinnovabili in quei palazzi romani che ha ammesso di frequentare a favore della lobby del fossile. Promuovere Ravenna come capitale dell’energia, sì, ma rinnovabile. Come Ravenna in Comune non ci contiamo purtroppo. A differenza di quei soggetti politici che partecipano alle manifestazioni in Piazza contro il fossile e poi sostengono de Pascale ad ogni elezione (le “comunali” ieri e le “territoriali” domani), Ravenna in Comune sa bene che quella da fossile è una vera e propria dipendenza.
Chi non riesce a farne a meno racconta in continuazione che non fa veramente così male e che comunque può smettere quando vuole. Solo guarendoli da questa dipendenza possiamo aiutare sia loro (de Pascale e i suoi) che la cittadinanza più vasta ad avere un domani. Chiediamo alle altre forze dell’ambientalismo coerente di dire altrettanto chiaramente che non si può tenere un piede nei salotti dell’ENI ed un altro nelle piazze. Per il bene di tutte e tutti. Per oggi e, soprattutto, per avere un domani.