De Pascale ha appena cancellato con un tratto di penna i terreni agricoli di Porto Fuori sostituendoli con 268.816 metri quadri di aree produttive, di cui 262.147 per attività logistico produttive, 4.821 per verde privato di mitigazione e filtro e 1.848 per attività terziarie e servizi. Si tratta della cosiddetta piastra logistica n.1 di proprietà Sapir. Un progetto da 11 milioni di euro di una società che, essendo a controllo pubblico, risulta di fatto sostenuto da tutte e tutti noi, che lo si voglia o meno. E mancano all’appello ancora quelli della cosiddetta logistica n.3 di proprietà C.M.C. In tutto «l’area interessata è pari a oltre 436mila metri quadrati, pari a 64 campi da calcio».
Ha deciso di farlo perché «secondo quanto si legge nell’analisi vegetazionale, il fatto di andare ad urbanizzare […] non comporterà una grossa perdita dal punto di vista naturalistico. La destinazione di queste aree – si legge infatti -, quando risparmiate dall’urbanizzazione, è prevalentemente agricola».
In Italia il consumo di suolo ha causato sette miliardi di danni all’agricoltura con una scomparsa di terre destinate alla coltivazione che, nell’ultimo quarto di secolo, è arrivato al 30%! Il ritmo della cementificazione nel nostro Paese ha raggiunto i 2 metri quadri al secondo!
Purtroppo, quanto scrivevamo un anno fa come Ravenna in Comune è sempre più valido:
«Presto ci saranno le grandi piastre logistiche ad impermeabilizzare i terreni agricoli di Porto Fuori come ciliegina sulla torta. Torniamo a chiedere al Sindaco (e continueremo ad incalzarlo fino alle elezioni): dov’è quel cambio di passo annunciato al tempo della dichiarazione di emergenza climatica? I dati sul consumo di suolo parlano chiaro: questa è l’amministrazione comunale che più cementifica in Regione e la sesta in Italia!».