Ieri è cominciata l’OMC, la fiera di ENI incentrata sull’ENI per continuare a commercializzare le energie fossili come se nulla fosse cambiato nel mondo. Eppure qualcosa sta cambiando sempre più velocemente. La stessa OMC è stata rinviata ad ottobre a causa degli eventi estremi causati da quel cambiamento climatico alimentato dalle energie fossili che OMC promuove. Ieri è cominciato anche il convegno “Vivere senza il fossile”, un vertice che promuove il dibattito sulla transizione alle rinnovabili qui e ora. Ci sono due posizioni tra loro inconciliabili a confronto. E scegliamo due donne per incarnarle.
Una è rappresentata dalla presidenza dell’OMC, Monica Spada, che è anche Head of Research & Technological Innovation per ENI: «È fondamentale affiancare le energie tradizionali alle rinnovabili e alle nuove energie secondo un approccio olistico che comprenda anche l’economia circolare e prodotti di origine biologica e le soluzioni decarbonizzate per ridurre, catturare, trasformare o immagazzinare la CO2, aumentando l’efficienza energetica, riducendo le emissioni e promuovendo vettori energetici a bassa impronta carbonica come l’idrogeno e il metanolo».
Cosa significhi tutto questo, in realtà, ci aiuta a capirlo una chimica, Margherita Venturi, professoressa dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna – Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali: «In realtà si tratta di un estremo tentativo di ENI per distrarre le persone, e in particolare i politici, dalla necessità e urgenza di abbandonare l’uso dei combustibili fossili e sviluppare le già mature ed efficienti tecnologie del fotovoltaico e dell’eolico. Ancora una volta ENI ci vuole illudere di voler cambiar tutto, senza cambiare nulla; la sua classica strategia di mettere sotto il tappeto le emergenze che dobbiamo affrontare immediatamente, per poter continuare a estrarre e vendere combustibili fossili, senza curarsi dei gravi e ben noti problemi causati dal loro uso».
La prima posizione è stata espressa per introdurre la solita minestra estrattivista, propinata anche quest’anno dall’OMC, in cui, la volontà di proseguire nel redditizio business a base di idrocarburi, è nascosta dietro tanto, tanto, ma proprio tanto, greenwashing. La seconda è la conclusione di un intervento intitolato “La fusione nucleare: come distrarci dalle emergenze che dobbiamo affrontare”, tema che la professoressa Venturi affronterà anche oggi, 25 ottobre, nella sessione intitolata “Crisi climatica: c’è ancora tempo?” presso la sala Ragazzini di Largo Firenze a Ravenna dalle 17.30. Questo il programma completo degli interventi, introdotti e coordinati dalla giornalista Linda Maggiori:
- Vincenzo Balzani, chimico, professore emerito Università di Bologna (“Clima ed energia per l’astronave Terra”);
- Vittorio Marletto, fisico, già responsabile dell’Osservatorio Clima dell’Arpae (“Il metano non di dà più una mano. Il ruolo del gas e perché bisogna uscirne”);
- Margherita Venturi, chimica, professoressa dell’Alma Mater (“Attenzione! Torna a far capolino il nucleare…”);
- Massimo Polidoro, giornalista, divulgatore scientifico, segretario nazionale del CICAP (“Qui lo dico e e… qui lo nego: analisi del negazionismo climatico, dichiarato e strisciante”).
Ravenna in Comune, che aderisce al coordinamento ravennate della Campagna Per il Clima – Fuori dal Fossile, invita alla partecipazione. Partecipazione alla quale è stata peraltro invitata anche la presidenza dell’OMC rammentandole che «il metano è un gas gravemente climalterante (le aziende del settore lo sapevano già da decenni), la qualità dell’aria di Ravenna e di grandissime parti d’Italia è in condizioni assolutamente critiche, il consumo di metano sta consistentemente riducendosi, i costi sia ambientali ed economici delle varie forme di ricorso alle fonti fossili sono elevatissimi, le fasce di popolazione più deboli pagano più delle altre i sempre più frequenti eventi estremi, che delle emissioni da fonti fossili sono conseguenza sempre più grave».
Ravenna in Comune