“Oggi è prevista una manifestazione davanti al Palazzo della Regione, a Bologna. Leggiamo che sarebbero attese migliaia di agricoltori per denunciare l’attuale emergenza in agricoltura. L’emergenza di cui si parla non è però il caporalato, né i prezzi da strozzino praticati dal grande commercio, né le conseguenze delle alluvioni, né le problematiche relative all’approvvigionamento dell’acqua durante i periodi di siccità, né l’abuso di pesticidi, eccetera eccetera. Apprendiamo invece che in agricoltura l’emergenza sarebbe piuttosto rappresentata dagli «animali selvatici che trasmettono malattie, distruggono produzioni alimentari, sterminano raccolti, assediano campi, causano incidenti stradali con morti e feriti e si spingono fino all’interno dei centri urbani dove razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone». La soluzione ad ogni problema sarebbe dunque «far applicare subito a livello regionale le misure previste dal decreto interministeriale varato lo scorso anno per l’adozione di un Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica incontrollata». Si tratta di una roba che nell’immaginario agricolo consentirebbe di adottare piani di abbattimento di qualsiasi specie di fauna selvatica in qualsiasi giorno dell’anno e in qualsiasi luogo, compresi aree naturali protette e centri abitati. La realtà è che non è stato ancora dato il via libera al tiro al lupo, all’istrice e all’orso. Almeno per ora.

Quanto ad animali perennemente accusati di ogni nefandezza, come i cinghiali e daini, sarebbe ora di far piazza pulita di quella che è divenuta una vera e propria torre di Babele di fake news.

Per quanto riguarda i cinghiali, come noto, andrebbe affrontata innanzi tutto la crescente disponibilità alimentare in campagna e nelle periferie urbane determinata dalle numerosissime discariche abusive e il problema delle reiterate immissioni a fini venatori. Inoltre, come pure noto, proprio la caccia indiscriminata è un fattore di aumento di cinghiali invece che di riduzione. Questo perché quando tra gli uccisi figura la matriarca del branco viene improvvisamente meno il limite all’accoppiamento per tutte le altre femmine.

Quanto ai daini, come altrettanto noto, prolificano più i dati di presunto aumento (pur in assenza di rilevamenti condotti con metodi scientificamente riconosciuti) che gli animali stessi.

Per quanto riguarda i paventati i danni all’agricoltura va ricordato che, sulla base di quanto esposto sul sito della Regione, sono in continua riduzione. Nel decennio per i quali i dati sono disponibili (2008-2018), in provincia di Ravenna si sono ridotti di circa due terzi: da 338.712 a 123.689 euro.

Per quanto riguarda invece gli incidenti stradali sappiamo che in tutta Italia, in un anno (dati Istat 2022) gli incidenti causati da un animale domestico o selvatico urtato sono stati in tutto 493, pari ad appena lo 0.2 per cento rispetto ai 217.527 incidenti stradali complessivi avvenuti in Italia.

Quest’ultimo tema ha avuto anche una deriva ridicola in Emilia Romagna dove l’Assessore Corsini aveva ufficializzato all’Assemblea l’esistenza di un’emergenza «daini nel Parco regionale del Delta del Po, Pineta di Volano e aree circostanti, Pineta di Classe e aree circostanti». Come riporta il verbale della seduta pomeridiana di martedì 16 aprile 2024, Corsini rivelava che: «L’Ente di gestione per i parchi e la biodiversità Delta del Po ha comunicato che l’assicurazione, sottoscritta per coprire i danni causati da incidenti stradali, è in scadenza il prossimo 31 marzo, ma l’attuale compagnia non intende rinnovare il contratto, né si riescono ad individuare altre compagnie disposte a farlo, in quanto l’ammontare dei danni liquidati, che segue di pari passo l’incremento esponenziale della popolazione di daini nei due siti, è passato da 1.150.000 euro nel 2021 a 10.351.000 euro nel 2022 e a 24.350.000 euro nel 2023».

Corsini ha successivamente dovuto riconoscere di averla sparata un po’ troppo grossa. Incalzato dalla Consigliera Gibertoni ha ammesso di aver aumentato tutte le cifre di tre zeri! E si è rivelata una bufala anche la storiella dell’assicurazione non rinnovabile. Rivela infatti Gibertoni: «non risulta una crescita esponenziale della popolazione di daini» e «nemmeno risulta che non si sia riusciti ad individuare altre compagnie assicurative disposte ad accendere una polizza assicurativa con il Parco del Delta del Po, che sarebbe al contrario stata accesa, per un importo annuo di 15.000 euro, per gli anni 2024, 2025 e 2026 come risulta dalla Determinazione n. 107, del 29 marzo 2024, del Direttore del Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna».

Come Ravenna in Comune riteniamo che il tentativo di scaricare tutti i problemi reali dell’agricoltura sul presunto problema rappresentato dal fatto che ancora esiste un ambiente naturale con degli animali che lo abitano ci sembra sinceramente ridicolo. Così come lo era stato il tentativo di attribuire alle nutrie gli allagamenti del maggio 2023… Ravenna in Comune invita ad individuare in quelle che sono le vere cause la ragione della crisi in atto nel mondo agricolo. Esortiamo sia la Giunta regionale in prossimo scioglimento che le organizzazioni sindacali degli agricoltori ad utilizzare al meglio le poche settimane di vita di questa consigliatura. Se si intende adottare un approccio serio va affrontato il sistematico sfruttamento del lavoro agricolo, la violazione delle norme di sicurezza e contrattuali nei campi, la speculazione della gdo e degli intermediari, la riconversione delle colture in relazione al cambiamento climatico in atto, l’abbattimento dell’uso dei pesticidi, i danni arrecati da colture e allevamenti intensivi ed altro ancora. Se invece si intende “buttarla in caciara”, allora, si continui ad urlare, letteralmente, “al lupo, al lupo”. Facile però in tal caso prevedere una replica della conclusione negativa della nota storiella.”