“Nel marzo scorso il Presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha «lanciato la campagna per la sanità pubblica» dicendo: «La destra vuole colpire la sanità pubblica per favorire quella privata. Serve subito una mobilitazione straordinaria nel Paese e una battaglia in Parlamento a favore del servizio sanitario nazionale, pubblico e universalistico, che garantisca le migliori cure possibili a chiunque». Anche Michele de Pascale, che peraltro riveste la carica di Presidente della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria della Romagna, ha avanzato un accorato «appello a difesa della sanità pubblica».
Ravenna in Comune sostiene da tempo che né Bonaccini né de Pascale intendono sostenere il sistema sanitario pubblico e che, in realtà, incarnano perfettamente le politiche del loro partito, il PD, che pratica esattamente quanto accusa la destra di compiere: «colpire la sanità pubblica per favorire quella privata». Leggiamo oggi che anche il principale sindacato dei medici ospedalieri e dirigenti di area sanità l’Anaoo, attraverso il suo segretario per la Romagna, il medico ravennate Francesco Feletti, condivide alla lettera la posizione di Ravenna in Comune. Parlando delle Linee strategiche regionali dell’emergenza urgenza, infatti, non lesina le critiche ai rapporti di sudditanza instaurati con la sanità privata accreditata:
«Nel documento si legge che “anche il privato è parte del sistema complessivo della presa in carico”, espressione che indica un radicale cambio di rotta che allinea di fatto l’Emilia Romagna alla politica sanitaria di regioni come la Lombardia, da sempre più orientate verso l’offerta dei servizi del privato. Pensiamo sia difficile che le privatizzazioni migliorino la qualità dei servizi e riducano i costi, così come difficilmente le cliniche private investiranno in settori come l’emergenza-urgenza e l’alta complessità, prediligendo piuttosto attività e servizi d’elezione: più redditizi e meno costosi. Questo sottrarrà al sistema pubblico risorse preziose per settori strategici, con conseguenze che si manifesteranno negli anni a venire».
La nostra sanità è stata effettivamente di eccellenza. Come già abbiamo avuto modo di ricordare, ora invece si deve fare i conti con «la riduzione delle automediche, lo sfacelo del nostro Pronto Soccorso, il fatto che 4 posti letto su 10 nella nostra provincia non siano più forniti dal servizio pubblico, le lunghe liste di attesa per visite ed esami, la chiusura di ginecologia come reparto autonomo a Ravenna, la chiusura dell’unità di terapia intensiva coronarica a Faenza e quella del punto nascita a Lugo. E si potrebbe continuare». Così come abbiamo già evidenziato il processo portato avanti «Con modalità diverse ma secondo lo stesso schema che in Lombardia e in Veneto. La principale differenza è che in Emilia-Romagna a destrutturare il sistema sanitario, che 20 anni fa era di eccellenza, ha provveduto il PD e il centrosinistra e non il centrodestra».
Nella sanità (e non solo) il privato è il problema e non la soluzione. Per questo come Ravenna in Comune non risponderemo positivamente agli appelli di chi sta distruggendo il sistema, centrosinistra o centrodestra poco cambia, mentre aderiamo sia all’invito formulato dai sindacati dei medici e di tante associazioni che a quello formulato da Cgil, Anpi, Arci, Acli, Libera e Legambiente dell’Emilia Romagna a manifestare in difesa del diritto alla salute delle persone e nei luoghi di lavoro e per la difesa e rilancio del Servizio Sanitario Nazionale, pubblico e universale. La manifestazione, con carattere nazionale, avrà il suo culmine il 24 giugno a Roma, con concentramento in Piazza della Repubblica ore 10 e comizio conclusivo in Piazza del Popolo. La manifestazione a carattere regionale, invece, si svolgerà con un sit-in in Piazza del Nettuno, a Bologna, giovedì 15 giugno dalle ore 11.00. Invitiamo chi può a partecipare”.