“L’Emilia-Romagna è la quarta regione italiana per consumo di suolo e Ravenna è il primo comune per l’Emilia-Romagna. Questo è un fatto. Bonaccini ha sempre decantato il suo ruolo di presunto baluardo contro la cementificazione grazie alla LR. 24/2017 da lui voluta che proprio il contenimento del consumo di suolo recita tra le finalità del suo articolo 1. Si potrebbe dire che questa legge ha fallito ma, in realtà, era fuffa senza sostanza. Ravenna in Comune lo aveva predetto ben prima della sua approvazione e, purtroppo, ne abbiamo avuto ampia conferma. La Regione non ha migliorato la sua posizione da quando la norma è stata approvata, visto che era al quarto posto nazionale anche nel 2015, dopo l’insediamento di Bonaccini e prima dell’emanazione della legge regionale. Tra il 2006 e il 2022 in Regione sono stati impermeabilizzati 11mila ha di territorio vergine sino ad arrivare ad una cementificazione complessiva superiore ai 200mila ettari di territorio. Ravenna, al 31 dicembre 2022, aveva coperto 7.130 ettari di territorio comunale.

Dal candidato de Pascale ci si dovrebbe attendere una valutazione obiettiva delle criticità della legge. Si tratta di una norma che ben conosce e di cui ha sfruttato ogni proroga e deroga accordata da quel Bonaccini di cui si proclama degno erede. È proprio dal punto di vista di un amministratore che ha spinto a tavoletta sulla cementificazione anche dopo l’alluvione che viene un importante riconoscimento sui limiti della legge: «ha prodotto il contrario dell’obiettivo – rileva il sindaco di Ravenna – tutti quelli che potevano sono partiti oppure hanno svenduto i terreni, quindi la tendenza è stata una presa d’assalto». Il riconoscimento delle criticità porta anche alla necessità impellente di rivederne il contenuto: «È una legge alla quale dovremo mettere mano».

Stabilito questo, non si può condividere la conclusione a cui perviene: introdurre ulteriori deroghe! Dice il Sindaco e candidato: «Dobbiamo lavorare su alcuni elementi di deroga concepiti per le imprese che vogliono allargarsi». In che senso? Dice che bisogna dare risposta «alle aziende che vogliono allargare i loro capannoni». Dunque vuole aumentare magazzini e spazi commerciali in una regione che è stata letteralmente invasa dalla speculazione edilizia, che ha visto gonfiarsi a dismisura la bolla della logistica, che non smette di incrementare le superfici destinate a supermercati, centri commerciali e affini.

Aggiunge il Sindaco/candidato: «Un altro tema che mi sta a cuore è quello del dissesto idrogeologico, visto che c’è ancora tanto da fare in materia di prevenzione». Impermeabilizzare il territorio come si lega alla prevenzione per evitare i rischi del dissesto idrogeologico messi in luce dall’alluvione del maggio scorso? Più cemento corrisponde a minor capacità di gestione delle esondazioni. Troppo comodo dar la colpa alle nutrie…

Ravenna in Comune denuncia la preparazione di un nuovo programma del centrosinistra per l’Emilia-Romagna che appare identico a quanto già portato avanti in Regione durante il mandato di Bonaccini e a Ravenna durante il mandato di de Pascale. L’unico riconoscimento a de Pascale è che non lo nasconde. Rivendica esplicitamente che intende sviluppare gli interessi del suo «centrosinistra moderato» (sono parole sue). Traduzione: lo stesso neoliberismo che si può leggere sul programma di centrodestra. Verdi, Sinistra Italiana, 5stelle ed altri puntelli che cianciano di voler «dettare l’agenda» e di «consumo di suolo da impedire» siano altrettanto chiari quanto lo è de Pascale. Il loro far parte del campo largo significa, come sempre è stato, l’adeguamento all’agenda altrui. E con de Pascale di spazio per Agende Rosse non ce ne sarà a Bologna come non ce n’è stato a Ravenna. Come Ravenna in Comune sosterremo convintamente il contrasto al consumo di suolo a Bologna come sempre lo abbiamo fatto a Ravenna. Con inalterata coerenza”.

Ravenna in Comune