CMC: ancora un rinvio per far partire il piano concordatario. È quello che ha annunciato anche alla fine mese scorso la storica cooperativa. Diciamo “anche” perché lo stesso schema di aspettare l’ultimo minuto dell’ultima proroga per annunciare quella seguente va avanti da un pezzo. Basta ripercorrere i comunicati che la stessa cooperativa pubblica sul proprio sito e che vengono rilanciati dalla stampa per accorgersene.
Come noto il concordato ha ottenuto l’omologa nel 2020. Grazie a disposizioni normative emanate in seguito alla pandemia CMC ha ottenuto 6 mesi di proroga rispetto all’originaria scadenza. Spostato in avanti il termine, al 30 novembre 2021 sarebbero dovuti iniziare i rimborsi ma questo non è avvenuto. Invece di pagare, a dicembre la CMC ha annunciato che «è comunque fermo proposito della Cooperativa dare corso a partire dal mese di aprile del 2022 all’esecuzione dei pagamenti ai creditori nel rispetto degli ordini dei privilegi, confidando di poter completare l’operazione entro la fine del 2022». Va ricordato che gli altri creditori, i cosiddetti chirografari, non saranno soddisfatti per cassa ma attraverso l’emissione di strumenti partecipativi finanziari. Il debito complessivo di CMC è di dimensioni enormi per il territorio ravennate: attorno al miliardo e mezzo di euro. Per farvi fronte la cooperativa intendeva procedere con la vendita di tutto il possibile, compresi i terreni della sede storica in Darsena, e trattando l’ingresso in Webuild, la mega-società guidata dal gruppo Salini incentrata sulla gestione delle grandi opere. Non è un passaggio semplice quest’ultimo, evidentemente, per il gruppo dirigente della cooperativa ed infatti era stata una strada in un primo momento non percorsa nonostante l’interessamento di Salini. Di fatto, non vedendo altra soluzione, le trattative si sono avviate a fatica.
Il 27 aprile scorso, così, CMC metteva avanti le mani precisando che «tali negoziazioni, in corso già da diversi mesi, sono indubbiamente complesse ed articolate, […] risulta quindi necessario impiegare un ulteriore periodo di tempo, affinché si possano conoscere e valutare gli esiti delle predette trattative. Ove tali esiti siano positivi, la Cooperativa stima di poter avviare entro la fine di giugno del corrente anno il soddisfacimento delle categorie dei creditori privilegiati, per concluderlo entro l’anno stesso».
Si arrivava così al nuovo rinvio annunciato martedì 28 giugno: a quanto pare il dialogo con Webuild si è fermato costringendo CMC a guardarsi attorno. Come apprendiamo dalla stampa, «alla CMC serve ancora un po’ di tempo per chiudere un’operazione con un gruppo di primo piano che porterebbe in cassa denaro fresco». Il comunicato della CMC non può negare le difficoltà: «siccome nel corso della trattativa di cui si è dato conto nei precedenti comunicati sono intervenute richieste della controparte che non hanno consentito ad oggi di concludere l’accordo, la Cooperativa ha deciso di perseguire una ulteriore opportunità negoziale, che si è palesata nel mese di maggio, con un diverso partner industriale, avente ad oggetto un’operazione che, ancorché per taluni aspetti differente dalla precedente, è comunque coerente con gli obiettivi prefissati. La nuova operazione, benché vi sia da parte della Cooperativa la massima collaborazione e disponibilità, necessita di ulteriori tempi tecnici per la condivisione, lo studio ed analisi delle informazioni, che dovrebbero portare alla definizione di un primo accordo o pre-accordo auspicabilmente entro l’estate 2022». Tutto rinviato a settembre, dunque. Nel frattempo, si apprende dalla stampa, che «all’orizzonte c’è un nuovo partner. Si tratta di Pavimental, altro player di primo piano, società del Gruppo Autostrade per l’Italia».
Differentemente che al momento dell’omologa il Sindaco ha scelto il basso profilo. Nel 2020 il Sindaco aveva espresso parole di apprezzamento. Anzi, in giugno, in occasione del “battesimo” dei lavori per le nuove fognature in Darsena, de Pascale non aveva lesinato le lodi ai massimi rappresentanti della CMC per i risultati conseguiti. Ravenna in Comune non da ieri è di diverso avviso. Già in tempi non sospetti, nel 2019, avevamo ribadito senza ambiguità:
«Come Ravenna in Comune siamo dalla parte dei lavoratori e soci di CMC nel tentativo di dare continuità e, soprattutto, occasioni di reddito da lavoro ad una storia centenaria. Non condividiamo affatto, però, la palese volontà di garantire sopravvivenza all’attuale gruppo dirigente, responsabile della situazione attuale assieme a quello che l’ha preceduto, dando continuità alle pratiche che sono state la causa della crisi attuale e che, temiamo, a breve riproporrebbero analogo esito qualora venisse schivato il presente rischio di fallimento: grandi opere e finanziarizzazione spinta».
Aspettiamo settembre, dunque, augurandoci che le scelte di un Sindaco e di un partito, il PD, non danneggino ulteriormente le lavoratrici, i lavoratori ed il territorio.