“Nei giorni scorsi è stata data notizia di una scoperta archeologica a dir poco notevole nel territorio di Classe. «Sono state messe in luce numerose strutture, in buono stato di conservazione, riferibili a una villa extraurbana dotata di impianto termale e databile agli inizi dell’età romano-imperiale. Sui livelli di distruzione di questo imponente edificio venne poi edificata nel V-VI sec. d.C. una chiesa, della quale sono ancora ben visibili la pianta con le fondazioni murarie e qualche lacerto pavimentale». Le attività di scavo, avviate a luglio 2023, sono tutt’ora in corso e si estendono su un’area piuttosto ampia che è stato possibile visitare in un’unica giornata lo scorso 8 giugno. Una giornata decisamente poco adatta in quanto già in pieno svolgimento le operazioni elettorali per il rinnovo del parlamento europeo e purtuttavia partecipata, a dimostrazione di quanto la sensibilità della cittadinanza sia toccata dal tema delle sopravvivenze delle testimonianze del passato.
La stampa che ha dato rilievo a qualcosa che, benché riguardi un anno di scavi, non aveva sin qui trovato diffusione, ha completato l’informazione precisando che tutta la superficie verrà poi ricoperta. E questo nonostante l’articolo attribuisca già nel titolo la seguente affermazione alla Soprintendenza: «La scoperta più importante da 30 anni». Gli scavi sono stati condotti a seguito di un preciso obbligo di legge. «Si tratta di un cantiere di scavo originato dalla procedura di archeologia preventiva condotta per i lavori del Metanodotto Ravenna mare – Ravenna terra su committenza Snam, successivamente ampliato per il passaggio in aderenza e parallelismo del Metanodotto di collegamento fra la nave rigassificatrice BW Singapore, che entrerà in esercizio al largo di Ravenna nel 2025, e la rete nazionale di trasporto del gas».
Il coordinamento ravennate della Campagna per il Clima – Fuori dal Fossile ha avanzato la formale richiesta di fermare i lavori. No, non quelli dello scavo archeologico ma quelli che stanno trasformando il territorio in un «soffocante reticolo di strutture metanifere». Questa la richiesta: «Noi crediamo che l’unica cosa saggia sarebbe il coraggio di stabilire una moratoria, sia sui lavori collegati al rigassificatore sia sull’altra opera devastante che è il gasdotto Sestino–Minerbio della Linea Adriatica, i cui cantieri qui da noi stanno procedendo alla velocità del suono, prima ancora di sapere se la parte più a sud verrà realmente costruita. Una moratoria è necessaria, perché le decisioni su che cosa fare di un ritrovamento archeologico di questa portata non possono certo essere prese in tutta fretta, ma anche e soprattutto perché bisogna avviare un ripensamento di fondo su tutto il settore dell’energia, che deve essere traslato dall’ambito del profitto a quello dei beni comuni. Auspichiamo che la Soprintendenza attui tutto quanto in proprio potere per appoggiare questa richiesta di moratoria, e comunque esprima – con più decisione di quanto fatto fino ad ora – un parere nettamente negativo sul proseguimento della devastazione».
Come Ravenna in Comune, peraltro parte del coordinamento della Campagna, non possiamo che essere d’accordo, in quanto la richiesta di moratoria è coerente con la nostra posizione storica sulla necessità di fermare quella enorme truffa rappresentata dal cosiddetto Hub europeo del gas che si vorrebbe creare in Italia e a Ravenna. Parliamo di truffa in quanto un’operazione dai costi economici, sociali, ambientali e climatici esorbitanti viene venduta come indispensabile al riscaldamento delle famiglie quando invece punta ad una fallimentare prospettiva di vendita all’estero di un prodotto di cui il mercato è già saturo.
Non possiamo tuttavia essere ottimisti circa l’auspicio di un intervento da parte della Soprintendenza. La responsabile è quella Federica Gonzato che non si faceva trovare neanche dai giornali nei giorni caldi in cui era richiesta una sua ferma presa di posizione per il salvataggio delle Torri Hamon. Ed oggi si spertica in lodi al mondo dell’estrattivismo rendendo «grazie alla collaborazione e alla disponibilità che da sempre animano i rapporti tra l’Ufficio da me diretto e Snam Rete Gas, una Società che ha in più occasioni dimostrato grande attenzione per gli aspetti archeologici». Figurarsi! Snam fa solo quello che è obbligata a fare a causa di norme che glielo impongono. Il cosiddetto minimo sindacale.
Ben peggiore dell’atteggiamento della Soprintendenza è però quello delle Istituzioni locali che si comportano anche in questa occasione come se si stesse parlando di scoperte sul pianeta Marte e non di un’area a pochi chilometri da Ravenna, presso la Torre Radar ENAV, in prossimità dello svincolo della SS16 per Classe. Qualcuno ha sentito anche solo un sommesso bofonchiare da parte del Sindaco? De Pascale, sempre così pronto a commentare i risultati dell’atletica agli europei di Roma e a farsi dei selfie con i sindaci neoeletti negli altri comuni, non si è azzardato nemmeno a dire “bao” sulla «scoperta più importante da 30 anni» nel Comune che amministra. Forse perché porta ancora qualche livido dalla vicenda Torri Hamon? Speravamo che da quelle botte che metaforicamente gli erano state assestate avesse imparato qualcosa. E invece siamo alle solite. La cittadinanza non ha diritto di parola. Non può essere consultata sull’opportunità che quanto si sta scoprendo si mantenga nella disponibilità della cittadinanza e di un turismo consapevole. Si prosegue sulla stessa linea dettata da questa Amministrazione con i tombamenti di Piazza Kennedy: coprire tutto e dimenticare in fretta. Che di quel che pensa la cittadinanza la maggioranza e il Sindaco se ne strafregano altamente.
Ravenna in Comune invita le forze politiche di opposizione ma anche quelle di maggioranza ad unirsi nella richiesta di un cambio di rotta nelle solite politiche messe in atto a Ravenna. Chiediamo che le associazioni che hanno a cura il territorio, le pro-loco, le scuole, cittadine e cittadini si smarchino dall’attitudine ad aspettare che sia qualcun altro/a a smuoversi anche per chi sta zitto/a. L’ASCOM ha già iniziato. Se vogliamo che cambi qualcosa, diciamolo già ora, senza aspettare che succeda qualcosa al momento del voto. I cambiamenti si preparano con la partecipazione ogni giorno che ce n’è bisogno. Cominciamo dalla più grande scoperta degli ultimi 30 anni che potrebbe formare un centro di riferimento internazionale con l’antico porto di Classe, il Museo Classis, la Basilica di Sant’Apollinare ed i resti archeologici delle altre chiese classensi. Non permettiamo che si svolga impunemente l’ennesimo funerale di un’aspettativa mancata con l’interramento della scoperta archeologica assieme ai resti putrescenti della nostra democrazia vigliaccamente assassinata dai soliti noti!”