Di recente il capogruppo di “Lista per Ravenna”, Alvaro Ancisi, ha aperto il tema di discussione sullo stato del reparto di Cardiologia dell’ospedale Santa Maria delle Croci. “Un tema importante che va rilanciato per arrivare a risposte concrete” fa eco al veterano dell’opposizione, a distanza di qualche giorno, il capogruppo di Ravenna in Comune Massimo Manzoli.
“Non è nella nostra natura, e tantomeno nella nostra cultura, ricorrere all’allarmismo per denunciare i problemi. E questo principio rientra nelle nostre convinzioni a maggior ragione, quando si tratta di temi che hanno a che vedere con la salute della gente e con i servizi preposti a prendersene cura. Per cui, parlare di “rischio collasso” per una struttura importante come la Cardiologia di Ravenna, ci può sembrare eccessivo. Non è una descrizione della situazione che noi abbiamo mai usato. Tuttavia, crediamo sia lecito, per chi svolge il compito di rappresentante della cittadinanza, porsi delle domande e farsi interpreti di preoccupazioni diffuse. L’azienda sanitaria è un’impresa talmente grande e composita, e frequentata a vario titolo da così tante persone, che non vi è certo bisogno di possedere delle “talpe” nelle varie postazioni per raccogliere pareri, giudizi, perplessità e angustie. E riteniamo che a tali dubbi si debba rispondere senza atteggiamenti offesi o reazioni “piccate” (ricordiamo la risposta, quasi ai limiti dell’altezzoso, quando Ravenna in Comune sollevò il problema della ginecologia), bensì incontrando i cittadini e discutendo con chiarezza.
Anche perché, su tutte, una preoccupazione sta dilagando, anche a livello nazionale, a fronte dei tagli e dei mancati investimenti che il settore della salute ha dovuto subire negli ultimi anni: un po’ alla volta si sta andando verso un significativo ridimensionamento della sanità pubblica e della sua vocazione universalistica, a prevalente beneficio della sanità privata e di chi può permettersela.
Se fino ad ora le strutture sanitarie pubbliche – nelle realtà come la nostra – hanno in buona parte resistito a questa tendenza, secondo noi lo si deve all’impegno, personale e collettivo, della gran parte delle persone che vi lavorano, che si sono fatte carico di una qualità di vita lavorativa sempre più disagevole, pur di mantenere degli alti standard di qualità delle prestazioni.
Per esempio, ci chiediamo, e chiediamo a chiunque sia in grado di darci risposte e pareri (e quindi a chi dirige e amministra, ma anche a chi lavora all’interno dei servizi sanitari), se attualmente i ritmi di lavoro per operatrici e operatori siano tali da dare adeguato spazio alla formazione permanente e garantire la crescita professionale; e se la Cardiologia abbia davvero delle potenzialità che la rendano “appetibile” per i medici giovani che vi si vogliano trasferire stabilmente, riducendo l’intenso ricambio dei cardiologi. Intenso ricambio che vorremmo capire meglio se sia maggiormente correlato ai pensionamenti di medici anziani, o non anche alla scelta di trasferimento di operatori/trici più giovani.
Così come non ci dispiacerebbe capire se la pratica di scelte tecniche altamente specializzate, come l’ impianto percutaneo delle valvole aortiche (TAVI), eleva complessivamente il livello di qualità della cardiologia ravennate, visto che tali pratiche si svolgono a Villa Maria Cecilia.
In ogni caso, senza alcuno spirito polemico e senza suscitare allarmismi, Ravenna in Comune pensa che attualmente manchi, e quindi sia giusto si apra, un ampio e genuino dibattito democratico sui temi della salute e delle strutture sanitarie, sullo stato delle cose e sulle proposte in campo, che coinvolga attivamente tutti i soggetti interessati. Nell’interesse di chiunque abbia a cuore il futuro della medicina pubblica, è auspicabile che questa discussione non resti chiusa nelle alte sfere ma possa rientrare pienamente all’interno del dibattito del consiglio comunale attraverso commissioni o un consiglio ad hoc.”