“Dell’altro giorno sono le prime repliche all’ormai abusato refrain su “i giovani che non vogliono più lavorare e gli stagionali che non si trovano”. Le risposte sono vere e proprie denunce circostanziate di sfruttamento del lavoro. Cinzia Folli, referente FILCAMS CGIL lo ha messo giù chiaro: «quello che posso affermare per certo, dopo tanti anni nel sindacato, è di non aver mai visto una busta paga di uno stagionale che fosse in regola». Quando la busta c’è e non si tratta di “nero” totale, aggiungiamo noi.
Oggi, invece, torna alla ribalta il caporalato nei campi. Anche per l’agricoltura, naturalmente, girano voci sugli “stagionali che mancano”. Ma ci scuotono di più, perché derivanti non dal “sentito dire” ma da indagini, le “voci” (meglio, le precise accuse) sul caporalato dilagante. Anche Ravenna, infatti, risulta interessata dal “reclutamento illecito di oltre 100 lavoratori, impiegati in più circostanze da 18 aziende agricole” del ferrarese e del ravennate oltre che di alcune aree del Veneto. “Si faceva ricorso ad ogni genere di intimidazione, oltre alla violazione della normativa sulla sicurezza e i diritti dei lavoratori. Il sistema prevedeva che gli imprenditori agricoli fossero perfettamente a conoscenza della procedura illecita e quotidianamente si accordavano con le controparti per il reclutamento delle unità di lavoratori di cui necessitavano”. Dall’indagine, partita da Porto Maggiore, filtrano termini inequivocabili: “reclutamento di manodopera per destinarla al lavoro presso terzi, in condizione di sfruttamento, violenza e minacce, approfittando dello stato di bisogno delle vittime”. Non molto diverso quanto emerso da una precedente indagine partita invece da Forlì ma, anche in questo caso, interessante il ravennate: “Alloggiati in casolari isolati, senza acqua calda, con poco cibo, spesso ammassati su materassi piazzati in terra, alla meglio, a volte in 15 nello stesso locale. E in tasca, a fine mese, appena 50 euro dopo aver lavorato nei campi fino a 80 ore ogni settimana”.
Quella del caporalato è una piaga di cui Ravenna in Comune si occupa da tempo. Riguarda tanti settori lavorativi, dall’edilizia all’industria, dal porto al turismo, al commercio. Su quello che colpisce nello specifico il mondo agricolo abbiamo organizzato un convegno pre-pandemia (a Mezzano il 27 novembre 2019) con l’intervento di esperti, sindacalisti dell’Osservatorio Placido Rizzotto e della FLAI CGIL. Anche alla luce delle ultime notizie di stampa, Ravenna in Comune sollecita una capillare campagna di controlli nelle nostre campagne. Quando si riescono a fare, le indagini giudiziarie sono infatti la prova che lo sfruttamento post-pandemia è assolutamente uguale a quello che già ben conoscevamo ante Covid-19.”