“Il dialogo con l’Amministrazione de Pascale è un esercizio privo di qualunque significato. Chiunque proceda ad interpellare la Giunta, il Sindaco o anche la maggioranza in Consiglio, a meno che non si tratti di riferire elogi (e viene difficile immaginare quale ragione potrebbe spingerlo), non viene degnato di qualsivoglia attenzione. Manca proprio l’idea stessa di intraprendere una interlocuzione con la popolazione che abita il territorio amministrato. Un esempio tra i tanti è quello dell’annosa (e annuale) questione dei fuochi artificiali per il patrono.
Ogni anno sia Ravenna in Comune che associazioni di tutela degli animali, associazioni impegnate nella salvaguardia dell’ambiente e semplici cittadini che si interessano alla salute del territorio e di chi lo abita, si rivolgono a de Pascale perché eviti gli spettacoli pirotecnici. A parte qualunque considerazione di inopportunità in ragione del costo economico, sparare i fuochi non è infatti a costo zero per la salute della popolazione. Ricordiamo che durante gli spari viene rilasciata nell’aria una gran quantità di inquinanti, tra cui polvere, metalli pesanti, ossidi di azoto e zolfo. Non bastasse la criticità dell’aria, ogni “spettacolo” dà un importante contributo in termini di polveri sottili. Non basta. Altre sostanze rilasciate che non fanno propriamente bene alla salute sono potassio (K), stronzio (Sr), bario (Ba), magnesio (Mg), alluminio (Al), zolfo (S), titanio (Ti), manganese (Mn), rame (Cu), bromo (Br) e piombo (Pb). L’inquinamento dell’aria, poi, non è l’unico impatto ambientale negativo degli spettacoli pirotecnici. Le polveri esplosive sono racchiuse in involucri di polimeri sintetici e la plastica finisce per depositarsi in mare. Naturalmente va aggiunto l’inquinamento acustico che colpisce particolarmente sia umani (specie bambini e anziani) che animali. Tutto questo senza contare l’incentivazione ad una delle più rischiose industrie per incidenti spesso mortali. Il giorno dopo la festa, il 24 luglio, sarà l’anniversario dei dieci morti nella strage di Modugno, in provincia di Bari, nel 2015. Ma ogni anno le fabbriche dei fuochi producono invariabilmente morti e feriti.
Eppure vi sarebbero alternative valide anche dal punto di vista spettacolare per sostituire spari che non trovano nessuna giustificazione nella ricorrenza del santo patrono. Droni luminosi e lasershow per gli spettacoli a base di luce, ma anche altri tipi di intrattenimento costituiscono attrattive prive delle controindicazioni dei fuochi pirotecnici.
Niente da fare. L’Amministrazione non replica nemmeno e va avanti come se nessuno l’avesse interpellata. Quest’anno sono previsti addirittura più punti di sparo dello scorso anno (uno in più): a Marina Romea, a Marina di Ravenna, a Punta Marina, a Lido Adriano, a Lido di Dante e a Lido di Classe. Nessuna spiegazione viene data sulle ragioni che supporterebbero una decisione che così tanti elementi negativi porta con sé e che vedrebbe facilmente alternative di uguale soddisfazione ma senza elementi di negatività.
Come Ravenna in Comune avanziamo formalmente la richiesta di un ripensamento. C’è tutto il tempo per evitare sia i danni in occasione della festa patronale che una reiterazione per ferragosto. Del resto, come si dice, la speranza è l’ultima a morire. E sicuramente fa meno morti dei fuochi d’artificio”.
Ravenna in Comune