“Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto segnalazione di disservizio nella raccolta porta a porta dovuto allo stazionamento oltre il previsto dei bidoncini per la raccolta all’esterno dell’abitazione. Tale accadimento è sanzionato se compiuto dal cittadino e invece non porta nemmeno a lasciare due righe di scuse se effettuato da Hera. Nella foto allegata ci è stato mostrato l’accavallamento dei bidoncini per la raccolta dell’umido e dell’indifferenziato il 21 febbraio scorso in una via della prima periferia cittadina. L’occasione è propizia per invitare Hera ad una maggiore tolleranza nel comportamento dei cittadini che, dopo tutto, svolgono gratuitamente compiti che fino a poco tempo fa erano parte del normale servizio di raccolta. Meglio sarebbe far precedere da avvisi, infatti, l’irrogazione di una sanzione. Tutti possono sbagliare, del resto, come capita pure ad Hera. Diverso è invece il deliberato e incivile abbandono di rifiuti, naturalmente.
Ci interessa però qui sviluppare soprattutto un’altra considerazione. Tra le (molte) pecche del servizio a mezzo bidoncini, infatti, si tende a trascurare le conseguenze per la mobilità da parte di chi utilizza appositi ausili per gli spostamenti. Carrellini, sedie a rotelle e simili già scontano una notevole difficoltà, per non parlare di veri e propri ostacoli, sui marciapiedi cittadini. Nell’agosto 2021, a pochi giorni di distanza dalla conclusione della scorsa consigliatura e nell’ultima seduta utile, approvammo il PEBA, cioè il Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche. Faceva parte del programma di Ravenna in Comune: «Tema non politicamente classificabile di destra o sinistra e molto importante quando si parla di città più vivibile riguarda il riconoscimento di un diritto costituzionalmente garantito qual è l’accessibilità alla città a tutti, anche a chi è disabile. […] Ravenna in Comune si impegna nell’arco della legislatura, così come approvato da una delibera comunale di qualche anno fa, poi colpevolmente abbandonata, ad approvare un Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA)». In quanto forza di minoranza e, per di più, di opposizione, senza il concorso delle altre forze politiche questo risultato non sarebbe stato possibile. Nessun gruppo politico si oppose alla delibera di approvazione e tutti i consiglieri votarono a favore della immediata eseguibilità.
Marco Turchetti, allora consigliere per il PD, constatando il ritardo nell’approvazione di qualcosa che era previsto sin dalla Legge quadro del 1992 (per non dire dal 1986…), ammise: «Sicuramente non siamo un esempio». Come Ravenna in Comune, per quanto ci fosse soddisfazione per l’obiettivo raggiunto, non mancammo di puntualizzare i «limiti ascrivibili ovviamente alla maggioranza, anzi, alle maggioranze a guida PD, che hanno amministrato il Comune in questa e nelle precedenti consigliature. Avrebbero avuto la possibilità di arrivare prima a quello che, inevitabilmente, è soltanto un primo passo». Ad accompagnare il PEBA c’era il Piano della Accessibilità Urbana il cui scopo è la rilevazione delle barriere architettoniche nei tratti urbani e la formulazione delle soluzioni per rimuoverle. Tra queste si legge: «Per migliorare, in generale, la fruibilità dei percorsi si è fatta particolare attenzione ai seguenti elementi di pericolo/ostacolo: […] d) percorsi pedonali e marciapiedi dalla larghezza inadeguata (<90cm) per il passaggio delle persone; e) percorsi pedonali e marciapiedi sufficientemente ampi, ma con restringimenti del passaggio dovuti a frequenti ostacoli fissi e mobili, quali: […] cassonetti della spazzatura».
Sono passati quasi tre anni dall’approvazione definitiva dei due strumenti, PEBA e CAU, che sono ovviamente vigenti e da implementare. Sono purtroppo ancora attuali le parole dell’assessore all’epoca competente, Roberto Fagnani: «Non basta l’approvazione, ma c’è tanto da fare». Ecco, appunto, c’è tanto da fare ma, sicuramente, non aiuta se i passi che si fanno sono all’indietro, come avvenuto con l’aggiunta di bidoni dei rifiuti su marciapiedi di dimensione spesso già insufficiente. Altrimenti raccontare che gli obiettivi «sono quelli di garantire l’accessibilità e la fruibilità degli spazi urbani, in particolare dei percorsi pedonali, e di garantire, quindi, il raggiungimento del maggior grado di mobilità, in autonomia sicurezza e comfort, di persone con esigenze specifiche nell’ambiente costruito» si riduce a mettere in fila solo parole senza sostanza. Per non dire di peggio.”
Ravenna in Comune