In occasione della scorsa Pasqua come Ravenna in Comune abbiamo scelto la stazione spaziale internazionale come immagine simbolo per accompagnare i nostri auguri di pace. Lo abbiamo fatto ritenendola una delle grandi imprese umane che ancora fanno collaborare assieme popoli e persone di nazionalità diversa. Scrivevamo: «ISS è l’acronimo inglese. MKC è l’acronimo russo. Per tutte e tutti è un sogno collettivo che continuerà a volare solo finché continueranno la collaborazione, le capacità, le professionalità diverse che si integrano tra loro a questo scopo».
Dieci giorni dopo Samantha Cristoforetti è partita assieme ad altri tre astronauti per raggiungere la stazione in orbita attorno alla Terra. L’Ansa di ieri:
«”Quassù non ci sono divisioni: per tutto l’equipaggio è importante conservare i ponti costruiti finora e le collaborazioni”: lo ha detto l’astronauta Samantha Cristoforetti, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) nel collegamento dalla Stazione Spaziale Internazionale organizzato dalla Nasa per i media americani, al quale l’astronauta italiana ha partecipato con la collega della Nasa Jessica Watkins.
“Ci rendiamo conto di quanto sta accadendo sulla Terra, ma – ha detto Watkins – qui siamo amici e continuiamo a lavorare insieme”.
Per Cristoforetti è fondamentale preservare “l’eredità della Stazione Spaziale, basata sul fatto che noi astronauti siamo in grado di lavorare insieme, con la comunità internazionale dietro di noi.
In questo momento – ha aggiunto – è più importante che mai preservare la Stazione Spaziale e la nostra attività a bordo”.
Rispondendo alle domande dei giornalisti relative alle minacce di rottura, da parte della Russia, delle relazioni con gli altri partner della Iss, Cristoforetti ha ribadito: “non abbiamo paura di divisioni con la Russia qui a bordo. Stati Uniti, Europa, Canada, Giappone e Russia hanno tutti la stessa importanza e siamo consapevoli di quanto la Stazione Spaziale sia importante per tutti i suoi partner”».
Chi vuole la pace è la maggioranza ma si sentono solo le voci dei guerrafondai. Anche nella nostra Italia in cui per Costituzione dovremmo ripudiare la guerra. Anche a Ravenna dove sia centrodestra che centrosinistra predicano la stessa ricetta: più proiettili e più armi. Come dicevamo:
«Il miglior augurio che possiamo fare, come Ravenna in Comune, a tutte e tutti è che la pace spenga l’incendio delle guerre che divampano per tutto il pianeta.
Non saranno nuove armi a concludere le guerre: quelle possono solo concludere anzi tempo delle vite. Il dialogo, il confronto, la trattativa, i commerci e gli intrecci culturali, la collaborazione per obiettivi comuni vanno contrapposti alle violenze e alle uccisioni».
Basta non ascoltare i rumorosi portatori di armi per sentire che è la maggioranza a parlare di pace. Ravenna in Comune è orgogliosamente con chi ripudia la guerra e respinge il riarmo.