Ci siamo di nuovo con i divieti di balneazione ma la Regione vede il bicchiere mezzo pieno e dichiara che «Il nuovo campionamento delle acque marine realizzato lunedì 12 giugno da Arpae ha fatto registrare parametri tutti nella norma in 86 località su 98». Poi però salta fuori che ce ne sono ben sette tutti nel ravennate: individuati a nord del porto attorno a Casalborsetti, a Marina Romea e anche a Porto Corsini; a sud, invece, attorno a Lido di Savio. In pratica sono tornate non balneabili aree che erano già state dichiarate balneabili dopo il passaggio della fiumana. E allora andrebbe seriamente posto il tema dell’adeguatezza dei controlli in un momento di straordinario ed irregolare afflusso di acque venute in contatto con un po’ di tutto per gli eventi del mese scorso. Non solo Casalborsetti, dunque, con l’ecatombe di pesci, ma altre zone a nord e a sud che possono, irregolarmente e, evidentemente, imprevedibilmente portare a mare un carico di batteri fecali (solo quello viene testato) abbondantemente fuori norma. La normativa nazionale (Decreto Legislativo 30 maggio 2008, n. 116 attuativo di direttiva UE) impone che per ogni stagione balneare siano prelevati e analizzati almeno quattro campioni. Le date di prelievo sono distribuite nell’arco di tutta la stagione balneare, con un intervallo tra le date di prelievo che non supera mai la durata di un mese. In caso di inquinamento di breve durata, è prelevato un campione aggiuntivo per confermare la conclusione dell’evento. A livello regionale è deciso il calendario effettivo dei prelievi che non può essere inferiore al minimo stabilito a livello nazionale con riguardo ai parametri di Escherichia coli e Enterococchi.
In questo contesto risulta evidente che: testare la sola presenza di batteri fecali è insufficientemente rappresentativa dei pericoli per la salute dei bagnanti così come l’effettuazione di prelievi in maniera non continuativa. Un’attenzione alla salute della collettività richiederebbe dunque un accertamento straordinario continuativo ed esteso ad altri inquinanti. Purtroppo la salute non è una priorità delle nostre Amministrazioni. Abbiamo sentito l’assessore regionale competente, il cervese Andrea Corsini già assessore a Ravenna, vantarsi di aver spostato in avanti l’inizio della stagione al solo fine di non effettuare verifiche sulla qualità dell’acqua pur sapendo e confessando che: «Il controllo avrebbe dato probabilmente risultati disastrosi. Mi dicono che sono finiti nell’Adriatico 450 milioni di metri cubi d’acqua di un certo tipo». E la gente, nel frattempo, ha fatto il bagno nell’acqua di quel tipo! E dovrebbe vergognarsi l’assessore di irridere in controlli dichiarando: «Berrò anche un bicchiere d’acqua marina…».
Ravenna in Comune chiede l’immediato adeguamento dei controlli alla straordinarietà della situazione in corso. E, con l’occasione, chiede anche le dimissioni dell’irresponsabile assessore Corsini!