“Per il caldo il Ministero della Salute è prodigo di utili consigli. Il primo fra tutti è il ben noto “evitare l’esposizione diretta al sole durante le ore più calde”. Vale per tutti ma soprattutto per i soggetti più fragili. Ovvero i bambini, gli anziani e le persone con condizioni di salute che richiedano particolare attenzione: dalla gravidanza al diabete, dall’insufficienza renale ai dializzati, alle patologie croniche che impongono l’assunzione di farmaci che a loro volta “favoriscono” l’insorgere di conseguenze negative legate alle alte temperature (ipertensione e malattie cardiovascolari, disturbi della coagulazione, malattie neurologiche, malattie psichiatriche, disturbi della tiroide, malattie respiratorie, ecc.), ecc.
Il problema è quello di rendere effettiva la tutela nei confronti di queste persone. In particolar modo gli anziani (ovvero secondo l’OMS gli over 65enni), categoria spesso intersecata a quella della vulnerabilità sanitaria, non hanno nessuna possibilità di sottrarsi al lavoro indipendentemente dal caldo. Come noto da anni la legge intitolata alla mai abbastanza vituperata ministra Fornero ha spostato molto in alto l’età di pensionamento. E nonostante vi siano concordi disposizioni di INPS (messaggio 1856/2017), INL (note n. 4639/2021 e 3783/2022) e, a livello regionale, del comitato di coordinamento ex art. 7 D.Lgs. 81/2008 (“La prevenzione del rischio da stress da calore negli ambienti di lavoro”) la tutela di queste lavoratrici e lavoratori che può comprendere la sospensione tout-court dell’attività lavorativa lascia molto a desiderare. In altri termini le lavoratrici ed i lavoratori in condizione di anzianità e/o di vulnerabilità sanitaria non possono autonomamente sottrarsi agli obblighi contrattuali senza alcun riguardo al grave rischio che corrono per la propria salute e la propria sicurezza.
Eppure siamo già a conoscenza di quanto pesi di per sé il fattore età anche quando non ulteriormente aggravato da ulteriori elementi di vulnerabilità. La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro in termini assoluti è quella tra i 55 e i 64 anni ma l’indice di incidenza più alto di mortalità rispetto agli occupati riguarda gli over 65: secondo INAIL il tasso è di 93,6 infortuni mortali per ogni milione di occupati. Così come sappiamo che da alcune settimane è fortemente in incremento la percentuale di persone anziane e/o con vulnerabilità sanitaria che richiedono accesso al pronto soccorso per problematiche direttamente o indirettamente connesse allo stress termico.
Non è un problema che si risolverà in pochi giorni né solo di quest’anno. Come ha chiarito ancora recentemente il Prof. Pierluigi Randi per quanto riguarda le tendenze meteo «Nel periodo recente si può cominciare a parlare di una tendenza, dato che dal 2000 i luglio “appena freschi” si contano sulle dita di mezza mano, e nel frattempo sono passati 23 anni, con almeno 5 di essi fuori dai gangheri, e il sesto è in corso». Dunque, con buona pace dei terrapiattisti climatici, il cambiamento climatico è in atto e non possiamo continuare a far finta di niente solo per la gioia dei portafogli di chi si avvale dell’altrui lavoro.
Ravenna in Comune si unisce dunque alle richieste sindacali rivolte a Sindaco e Prefetto affinché vengano immediatamente stabilite a livello locale «le linee guida da adottare al fine di salvaguardare chi è impiegato sotto il sole dallo stress termico. In particolare si ritiene necessario che in caso di caldo torrido le aziende fermino le attività lavorative. Sopra i 35 gradi dovrebbero essere ridotti o sospesi i lavori». Deve valere per le attività lavorative in cui l’esposizione solare esterna è la norma e diventa insostenibile in queste condizioni, ma deve valere anche per quelle attività lavorative in cui le condizioni di lavoro, per quanto sviluppate all’interno, siano rese incompatibili con la tutela della salute e della sicurezza da temperature e/o percentuali di umidità eccessive. In difetto, della semplice condivisione del quotidiano allerta meteo di ARPAE sulla pagina fb del Sindaco non sappiamo sinceramente che farcene”.