“Sin da quando sono nate le autorità portuali, ora autorità di sistema portuale, istituite 30 anni fa con la L.84/1994, la propaganda dei risultati dei porti amministrati ha sempre giocato un ruolo importante. Fin da subito è infatti iniziata la corsa a battere record su record e, soprattutto, a pubblicizzarlo da parte del Presidente di turno dell’Ente, come se fosse da attribuire a questa figura o all’ente nel suo complesso il risultato delle movimentazioni intervenute nel porto (o. come bisognerebbe dire, nei porti, visto che Ravenna con un solo porto è un’anomalia) di riferimento. In realtà la differenza più profonda tra le autorità portuali e gli organismi portuali che le avevano precedute è stata proprio la perdita della capacità di movimentare direttamente i carichi e lo svolgimento diretto di operazioni portuali è diventata una eccezione. Non a caso si parlò con la L.84/1994 di privatizzazione dei porti.
Fatto sta che poiché le autorità portuali tendono ad attribuirsi i meriti degli incrementi nelle movimentazioni, corrono il rischio di vedersi appioppati anche i demeriti in caso di decremento. Che è quello che sta capitando nel porto di Ravenna. I dati appena diffusi, infatti, confermano quanto si era visto per i singoli mesi dell’anno in corso, ossia che l’intero primo semestre del 2024 ha avuto un andamento negativo rispetto al semestre dell’anno precedente di quasi il 6 per cento: -5,8%. Risultato negativo che precipita ad un rotondo -7% per quanto riguarda i container. Il dato è ancora peggiore se si considera che già il primo semestre 2023 aveva dato un esito negativo rispetto al semestre di confronto del 2022: -3,4%. I container, invece, erano calati del -6,1%. In pratica, confrontando il primo semestre 2024 con il primo semestre del 2022 il porto di Ravenna ha visto ridurre le movimentazioni di ben più di un milione di tonnellate (-1.255.449) con un calo di quasi il 10% tutto di un botto. E non è che il secondo semestre del 2023 fosse andato meglio. Alla fine in tutto il 2023 si era perso per strada quasi il 7% del movimentato nell’anno precedente: 1.886.755 di tonnellate in meno.
Se però leggiamo il titolo del comunicato ufficiale dell’AdSP MACS sembra che il porto stia conoscendo un periodo positivo: “Porto di Ravenna: a luglio 2024, crescita del 4% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. 15 milioni le tonnellate complessive di merce movimentata da gennaio a luglio recuperando così la perdita di volumi da inizio anno”. Invece di riassumere i dati definitivi diffusi, relativi al mese di giugno e al primo semestre, nel titolo si gioca d’anticipo su quelle che ad oggi sono stime prive di ufficialità, ossia i dati del mese di luglio, ancora non disponibili in via definitiva. È la stessa autorità portuale ad ammettere che i dati di luglio sono provvisori: “Dai primi dati rilevati sul PCS, per il mese di luglio 2024, si stima una movimentazione complessiva pari a quasi 2,3 milioni di tonnellate, in aumento di 87 mila tonnellate (+4,0%) rispetto allo stesso mese dello scorso anno”. Vale a dire che, in base a dati non definitivi, l’autorità portuale presume che verrà accertato un miglioramento rispetto al corrispondente mese di luglio del 2023. Ma la stima, perché tale è ancora, riguarda comunque il solo mese di luglio. Nel complesso non si può invertire il segno, come ammette lo stesso Ente di via Antico Squero: “I primi 7 mesi del 2024 dovrebbero chiudersi, in sintesi, con una movimentazione complessiva di quasi 14,9 milioni di tonnellate, in calo di circa il 4,4% rispetto allo stesso periodo del 2023”. Cambiando il focus l’ente diffonde così un comunicato che mette nel titolo un indicatore positivo invece di riportare il valore del semestre che sarebbe stato negativo.
Vale quanto detto all’inizio di questo scritto: salvo rare eccezioni il ruolo dei presidenti degli enti porto non è in grado di influenzare in maniera determinante l’andamento dei traffici di uno scalo. Occorrono combinazioni particolarmente favorevoli che uniscono persone straordinariamente capaci alla guida di autorità portuali con la diretta disponibilità amministrativa di aree attrezzate, ovvero terminal, ed aree da sviluppare. A Trieste, ad esempio, questo è accaduto con Zeno D’Agostino, un tecnico di grandissimo spessore capace di segnare un prima ed un dopo nello scalo friulano. A Ravenna l’Autorità Portuale ha il controllo amministrativo delle sole banchine e non dei terminal, ossia di spazi dai 10 ai 50 metri al massimo di profondità con cui non è possibile movimentare un grammo di merce senza la dotazione dei retrostanti piazzali e magazzini in mano ai privati. Per infelice scelta storica. E i terreni per lo sviluppo, a loro volta, sono in mano ad uno specifico soggetto, SAPIR, che la stessa infelice scelta storica ha posto del tutto fuori controllo per quanto riguarda l’Ente Porto. L’Autorità Portuale di Ravenna, più che altro, riceve risorse finanziarie pubbliche e le investe in opere, dragaggi e banchine, essenziali certo per consentire ad un porto commerciale di prosperare (o viceversa avviarsi al decadimento), ma che non hanno niente a che fare con la possibilità di contrattare con chi le merci le muove avendo tutti i servizi, come a Trieste, in mano pubblica. A Ravenna, per tradizione (deprecabile) la politica (il PD) opera da 30 anni perché alla guida dell’Autorità Portuale non ci siano figure come Zeno D’Agostino. Si preferiscono manager con competenze su cui molto si potrebbe discutere in relazione alla capacità di gestire un Ente Porto e sicuramente con importanti deficit di conoscenze, all’atto della nomina, riguardo alle peculiarità dello scalo ravennate.
È dunque solo per completezza di informazione che, come Ravenna in Comune, invitiamo l’AdSP, se lo ritiene opportuno, a correggere il titolo del proprio comunicato in “Porto di Ravenna: nei primi sei mesi del 2024 calo del 5,8% rispetto allo stesso semestre dello scorso anno. Oltre un milione e duecentomila tonnellate in meno rispetto allo stesso semestre del 2022”. Quanto meno si tratta dei dati statistici comunicati dallo stesso Ente come definitivi e non di stime. Ringraziamo in anticipo.”