Il Comune annuncia un intervento di «restauro e consolidamento delle parti delle mura fuori terra» relative ad una piccola porzione dell’antica cinta che contornava Ravenna. Ravenna in Comune non può che essere contenta ma non può invece soddisfare il ritmo lento degli interventi. Due anni fa l’assessore Fagnani allora competente, riferendosi alla manutenzione di un altro piccolo tratto presso Porta Gaza, dichiarava: «L’intervento rientra all’interno del generale progetto di riqualificazione della cinta muraria cittadina, iniziato nel 2007, che proseguirà anche nei prossimi anni; questa amministrazione ha cercato di imprimere un’accelerazione ai lavori affinché il patrimonio storico di Ravenna legato alle mura possa tornare ad essere in buona parte fruibile». Ad oggi sono sopravvissuti tratti per complessivi 2 chilometri e mezzo a testimonianza di una vicenda più che millenaria e al ritmo attuale l’Amministrazione impiegherebbe altrettanto tempo per completare le manutenzioni.

Nonostante il portale turistico ufficiale del Comune faccia del periplo delle mura una delle mete turistiche per eccellenza, non è in corso nessunissima «accelerazione ai lavori» perché «il patrimonio storico di Ravenna legato alle mura possa tornare ad essere in buona parte fruibile» come invece promesso. Si opera piuttosto per piccolissimi tratti dedicandovi poche risorse. Con risultati paradossali come, ad esempio, quello che ha interessato Porta Teguriense. Qui il lavoro realizzato è stato inaugurato in pompa magna con tanto taglio di nastro nel marzo 2022. Ma a recarsi sul posto si fanno solo pochi passi lungo una passerella subito interrotta da una “bella” rete che interdice la prosecuzione. Auspicabilmente, se i lavori previsti per quest’anno lo consentiranno, si potrà aggiungere prima o poi qualche altro metro. Un po’ poco per parlare di “restituzione alla fruibilità”.

Il fatto è che l’Amministrazione de Pascale cerca i titoli sui giornali e le semplici manutenzioni ben difficilmente conquistano le prime pagine. Così se non fosse stato per l’aumento delle materie prime avremmo dovuto sopportare quell’assurdo intervento di copertura della Rocca, per fortuna stoppato, che il Sindaco aveva definito, «un’operazione assolutamente strategica». Stesso discorso per un altro intervento che avrebbe stravolto il torrione di Porta Adriana, per fortuna anche questo andato a vuoto, che per un de Pascale entusiasta avrebbe coronato addirittura il raggiungimento di un «traguardo considerevole nell’ottica della valorizzazione e del rilancio del nostro bellissimo centro storico». Il restauro delle antiche mura, invece, può aspettare: evidentemente non rappresenta un traguardo strategico nel marketing della Giunta.

Ravenna in Comune ricorda come nella storia delle città, “mura” e “porte” sono sempre state contemplate tra i principali beni comunali in relazione ai quali vigono importanti obblighi di manutenzione. Si tratta infatti dei beni tradizionalmente posti sotto la tutela e cura di chi regge la città. La presente Amministrazione, però, non ha tra i propri obiettivi “strategici” la trasmissione del patrimonio storico pubblico in buone condizioni alle future generazioni. Ravenna in Comune invece sì ed esorta la Giunta de Pascale a cambiare registro prima che dalle manutenzioni si debba invece passare alle ricostruzioni nei tratti recintati ed interdetti per il pericolo dei crolli.