“Non ci voleva l’alluvione per rendere evidente la voragine che ci separa dal Sindaco e dalle sue miopi politiche incentrate sull’ENI. Però questa l’ha resa più evidente che mai e ci rende ancora più incapaci di comprendere quelle forze politiche che un giorno manifestano contro il PD e il giorno dopo cercano di farci accordi. De Pascale, per cui viene prima la ricerca del capro espiatorio, rispetto a ragionare su cosa abbia distrutto aree tra le più ricche del Paese ed evitarne la ripetizione, ha trovato il tempo di rilasciare un’intervista ad emergenza ancora in corso. Gli è stato chiesto: «In queste ore la gente protesta contro il rigassificatore. Legambiente dice che non possiamo più parlare di maltempo, ma di clima malato e critica la politica che continua a difendere estrazioni e fossile. Lei cosa ne pensa?». Ha risposto: «Io penso che chi utilizza eventi come questi per fare polemica politica non meriti commenti. Il nostro è un territorio paludoso, che abbiamo bonificato. Le protezioni necessarie all’equilibrio ambientale che abbiamo costituito non sono più sufficienti per via dei cambiamenti climatici. La deindustrializzazione non è la strada nella quale credo, penso siano necessarie nuove politiche, energetiche e ambientali». L’affermazione viene subito prima di un’altra dichiarazione altrettanto lapidaria: «Questa esperienza ci porta su una dimensione in cui mai più potremo ascoltare le lamentele di chi non vuole che si abbattano alberi dentro agli alvei fluviali o voglia soprassedere al controllo delle specie alloctone come le nutrie, che vanno azzerate».
“Caro” Sindaco tu e il tuo partito siete tanto lontani dal mondo reale e dalla capacità di affrontarlo quanto siete invece vicini al populismo della destra con cui fingete di litigare e nei fatti vi trovate d’accordo.
La rete fluviale è maltenuta e le arginature non sono manutentate a sufficienza rispetto alle esigenze che il cambiamento climatico ha reso indispensabile. «Bisogna conservare le aree forestali in montagna e nella pianura bisogna cercare di dare spazio, per quanto possibile, alle acque dei fiumi». A dirlo non siamo solo noi, ma il presidente regionale dell’Ordine dei Geologi. Nascondersi dietro a nutrie e ricci, come abbiamo sentito ancora in queste ore, è un tentativo vergognoso di occultare le spaventose mancanze di chi questo territorio lo malgoverna da troppi anni. Non è per caso che, come Ravenna in Comune, mentre sedevamo all’opposizione, durante il primo mandato di de Pascale, abbiamo votato contro le proposte di bilancio che non prevedevano risorse adeguate per la messa in sicurezza del territorio. Le risorse però si sono sempre trovate per i progetti acchiappa titoli e acchiappa gonzi. E de Pascale non ha mai fatto mancare la sua, di approvazione, a tutti i progetti possibili di impermeabilizzazione del suolo: centri commerciali o piattaforme logistiche poco per lui cambia, purché si impedisca al terreno di assorbire l’acqua… che però da qualche parte deve andare…
Non si può, da parte del Sindaco, tirar fuori il cambiamento climatico per coprirsi le terga dalle mancanze di cui sopra e poi occultarlo quando viene evidenziato che lo stesso cambiamento climatico è innescato e amplificato da quel gas metano attorno a cui de Pascale vuol far ruotare tutto il creato. Parlare da parte sua di “deindustrializzazione” quando invece, da parte nostra, si spinge al contrario per una riconversione industriale del comparto off-shore in esaurimento da anni, è una evidente mistificazione. Affondare, da parte sua, le rinnovabili, incentivate solo a parole (greenwashing) è l’altra faccia della medaglia di una politica che, giorno dopo giorno, anno dopo anno, ha creato le condizioni per il disastro di questi giorni e la sua replica a breve. O ci siamo già dimenticati delle alluvioni di novembre e gennaio che hanno colpito la costa?
Non è poi polemica politica la nostra quando indica le cause dello sfacelo nelle politiche energetiche e di spreco territoriale del PD. È invece palese il tentativo messo in atto dal Sindaco e dal suo partito di impedire che avesse visibilità la rivelazione del legame tra quelle politiche e le conseguenze dell’alluvione. Certo, ulteriormente amplificate queste ultime da scelte organizzative discusse e discutibili. Non allertare la popolazione di quanto stava per accadere, nel timore di non riuscire a dare una comunicazione mirata, non indica saggezza, come vuole far credere il Sindaco, ma piuttosto incapacità grossolana, a cui la macchina organizzativa deve urgentemente porre rimedio. O crede forse che non si ripeteranno altre alluvioni? Cercare di nascondere i contenuti della nostra manifestazione segregandoli in Piazza Kennedy dietro gli scudi delle forze di polizia ha la stessa possibilità di successo di fermare il riscaldamento globale limitandosi a negarlo.
Resti pure de Pascale dalla sua parte della voragine assieme a Mingozzi, alla lobby del fossile e a speculatori vari sulla pelle della cittadinanza. Ravenna in Comune ora e sempre continuerà a rimanere dalla parte di chi più ha da rimetterci dalle conseguenze del riscaldamento globale e pure dalla parte di quei lavoratori che si trovano vittime del ricatto di una retribuzione legata alle estrazioni. Chi continua a provare a saltare da una parte all’altra della voragine è destinato a caderci dentro. Ma di questi soggetti, invece, non ci importa un fico.”