“Qualche tempo fa andava di moda tirar fuori a proposito e a sproposito il debito pubblico. Dopo la “cura”, è di molto aumentato rispetto a prima ma (solo per ora) sembra passato di moda. Quando erano gli economisti e non i virologi a imperversare nei talk show, la frase ricorrente che tiravano fuori ad ogni intervista era: “viviamo al di sopra delle nostre possibilità”. Varrebbe la pena riprendere il discorso su quanta gente sia stata uccisa dalle conseguenze che ne sono state tratte tagliando per anni spese essenziali come, appunto, quelle indispensabili per fronteggiare una emergenza sanitaria. Oggi, però, ci fermiamo al concetto spostandolo dalla illusoria monetizzazione della vita alle risorse per garantire la vita reale. Infatti, ieri è stato il giorno in cui in Italia si sono finite di consumare tutte le risorse naturali a disposizione del Paese nel 2022 per garantire la sopravvivenza senza andare a prestito. Nel lessico internazionale, si è celebrato il nostro Overshoot Day. Da oggi, dunque, 16 maggio, viviamo in debito, spremendo anticipatamente risorse rispetto a quanto avremmo in disponibilità.
Nel 1971 l’Overshoot day terrestre era stato il 29 dicembre. Poi la progressione della globalizzazione dello sfruttamento è diventata inarrestabile e, lo scorso anno, l’equilibrio a livello planetario è stato perso il 29 luglio. Alimentazione, edilizia, agricoltura, allevamento, emissioni, ma anche energia e gestione delle città e delle foreste. Sono questi i fattori che influiscono, per ciascuno Stato, sul Giorno dello sforamento o sovrasfruttamento terrestre. Il 61% dell’impronta ecologica dell’umanità è causata dalle emissioni di petrolio e gas.
La mancanza di un Overshoot Day ufficiale per territori di minore dimensione, non ci consente di calcolare la data esatta per il Comune di Ravenna. Tuttavia, visti i parametri presi a riferimento è facile concludere che gli auguri per il nostro “compleanno” avrebbero già dovuto farceli da un pezzo. Chi ci segue (ma anche semplicemente chi non chiude occhi naso e orecchie) ha modo di tenersi aggiornato sui continui sforamenti registrati dalle centraline comunali di monitoraggio della qualità dell’aria; sugli annunci di nuove impermeabilizzazioni di terreno agricolo (grazie a cui siamo sempre in testa alle classifiche di consumo di suolo); sulle conseguenze dell’abbassamento del suolo ogni volta che vengono giù due gocce in determinate aree costiere (causato sia dalle estrazioni delle piattaforme off-shore più vicine che dal riscaldamento favorito dallo stesso gas che si estrae); sui divieti alla balneazione provocati dallo sbocco a mare di acque dolci inquinate; eccetera eccetera.
Il 16 luglio 2019 il Consiglio Comunale ha approvato un’apposita mozione presentata da de Pascale per la Dichiarazione di emergenza climatica. In essa si dava atto che «la lotta al collasso climatico ed ecologico e la tutela dell’ambiente rappresenta la sfida più grande di sempre per l’umanità, quindi politiche in questo senso rappresentano una priorità; la nostra specie ha compromesso in modo irreversibile l’ecosistema terrestre e la sopravvivenza di tutti gli esseri viventi, mettendo in discussione anche la nostra stessa civiltà», decidendo di richiedere «di dichiarare lo stato di Emergenza Climatica e Ambientale, riconoscendo l’importanza delle scelte politiche (ambientali, sociali ed economiche) per limitare l’impatto del cambiamento climatico». Nell’assumere l’impegno che lui stesso aveva presentato al Consiglio de Pascale dichiarava che «la nuova consapevolezza che sta nascendo ci deve far cambiare velocemente passo».
Come Ravenna in Comune avvertimmo il Sindaco che non era un impegno da poco, in quanto la sua attuazione avrebbe rappresentato un’autentica rivoluzione rispetto alle politiche poste in essere dal suo partito, il PD, e da quelli che compongono la sua maggioranza. Da allora de Pascale ha effettivamente intensificato il suo impegno, ma solo per aumentare l’estrazione del gas e per incrementare il rilascio di permessi a costruire. Se si è trattato di un cambio di passo è perché ha adottato quello del gambero.”
Ravenna in Comune