La Pro Loco di Lido di Dante, dopo la Burrasca della Befana, ha denunciato il fatto che «I lavori completati lo scorso anno, costati la bella cifra di 2,5 milioni, non sono serviti a nulla. Le onde e le correnti hanno sfilato i pali della palizzata eretta per proteggere la spiaggia. L’aggressione del mare è sempre più violenta. Non possiamo lasciare che la situazione peggiori di anno in anno. Siamo una località che vive soltanto grazie alle sue bellezze naturali ma se vengono distrutte mano a mano, anche il paese finirà per scomparire».
Anche il Comune non ha potuto negare che «a sud di Lido di Dante si sono riscontrati alcuni fenomeni significativi nel tratto antistante la riserva naturale della Pineta Ramazzotti».
Il problema della subsidenza, come abbiamo molte volte evidenziato, è grave e irrisolto e non può essere tamponato con costosi ma non risolutivi interventi di ripascimento e di protezione se non si elimina la causa principale che è l’estrazione di gas dal sottosuolo marino attraverso le piattaforme off shore. Tra le piattaforme, Angela Angelina è la più vicina alla costa ed opera a soli 2 km dalle spiagge di Lido di Dante. Da tempo doveva essere chiusa, stando alle promesse fatte dal Sindaco, ma è ancora operativa. Che sia un problema lo riconoscono tutti, dalla Regione ad Arpae. Solo il nostro Comune resta timido. Eppure, in campagna elettorale l’attuale assessore alla transizione ecologica (ex ambiente), Giangi Baroncini, aveva esplicitamente richiesto «la chiusura anticipata del punto di estrazione “Angela e Angelina” per la sua vicinanza alla costa e i suoi effetti negativi su subsidenza ed erosione costiera». Passate le elezioni, la subsidenza è stata subito dimenticata. Nella scelta tra ENI e Lido di Dante, de Pascale e la sua maggioranza non hanno dubbi su chi sia da tutelare: gli interessi del cane a sei zampe. Come Ravenna in Comune la pensiamo diversamente.