“Le parole di Antonio Tajani aprono scenari interessanti sulla privatizzazione dei porti italiani. Prima di schierarsi contro a prescindere occorre capire a cosa si riferisce il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri quando parla di privatizzazione.
I porti sono un asset strategico per il Paese e per Azione il ruolo pubblico, oggi rappresentato dalle Autorità di Sistema Portuale, deve essere confermato e potenziato nelle attività di controllo e di pianificazione e gestione delle infrastrutture pubbliche. Inoltre, sempre nell’ interesse nazionale, riteniamo che le Autorità debbano essere coordinate meglio, per monitorare le dinamiche di mercato e reagire prontamente in una logica di Sistema Paese.
Esiste però un tema relativo alle aree portuali di competenza dello Stato che merita di essere approfondito. Il Porto di Ravenna, per esempio, è un sistema misto in cui le aree di competenza pubblica interessano solo le banchine (o poco di più) mentre le restanti aree (a parte piccole eccezioni) sono private.
Negli altri porti italiani non è così. Le aree pubbliche sono la stragrande maggioranza. Vendere queste aree, non solo permetterebbe allo Stato di incassare ingenti somme, ma libererebbe spazio ad investimenti privati che contribuirebbero alla crescita dei nostri scali. Non sappiamo ancora se le parole del Vice Presidente del Consiglio vanno in questa direzione. Ma per Ravenna in Azione estendere il modello ravennate a tutti i porti italiani, privatizzando le aree pubbliche e mantenendo di competenza delle Stato solo la fascia a ridosso delle banchine, sarebbe la soluzione ottimale. Per questo, con i nostri parlamentari di riferimento, avvieremo un percorso di confronto con gli operatori economici, a partire da quelli locali”.