“Trascorse le ricorrenze natalizie, questa settimana si concluderà con lo scavallamento dell’anno ed i relativi festeggiamenti. In realtà, come ogni anno, i “botti” inizieranno a scoppiare già nei giorni precedenti. Come ogni anno come Ravenna in Comune ci facciamo carico della richiesta al Sindaco di vietarne l’impiego. Riproponendo quanto già scritto negli scorsi anni: «Invitiamo dunque il Sindaco ad emanare un’apposita ordinanza per vietare sia per l’ultimo dell’anno che per gli altri giorni l’impiego di botti, mortaretti, fuochi d’artificio e simili. Chiediamo che il divieto sia la regola e l’impiego, debitamente autorizzato, l’eccezione. Prevede già il nuovo Regolamento di Polizia Urbana (art. 19) che “Fatte salve le norme del codice penale ovvero previste da leggi e regolamenti in materia, in area pubblica o di pubblico uso, in particolare nei luoghi di ritrovo, strade, parchi e giardini, salvo occasioni particolari dovute a festività ed eventi di rilevanza pubblica, è vietato emettere grida, schiamazzi od altre emissioni sonore tali da arrecare disturbo o molestia. L’utilizzo di prodotti pirotecnici è vietato nelle aree sensibili quali quelle immediatamente adiacenti a luoghi di cura, luoghi di culto, luoghi destinati alla cura o al ricovero degli animali”. Basterebbe dunque integrare la disposizione generale perché il divieto risulti esteso all’ultimo dell’anno e in ogni luogo».
Non ci sarebbe bisogno di ricordare i motivi che stanno alla base del divieto ma lo facciamo lo stesso, ad uso degli scettici, degli smemorati e del Sindaco stesso, per tradizione sordo rispetto al tema. Ricordiamo dunque che i “botti” rappresentano una fortissima condizione di stress nei confronti di tutti gli animali e dei nostri concittadini più fragili. Inoltre sono fonte di danno al patrimonio collettivo e individuale nonché all’ambiente. Lo scorso anno in Emilia Romagna si è reso necessario ricorrere ad una settantina di interventi dei Vigili del Fuoco per fronteggiare i roghi causati dai fuochi pirotecnici: seconda regione italiana dopo la Lombardia. Poi ci sono feriti più o meno gravi (quando non si arriva al morto) sia addebitabili allo sparamento che preceduti dagli “incidenti” lavorativi per produzione e confezionamento. Va aggiunto il danno alla legalità dovuto al proliferare della filiera illegale, annualmente testimoniata dal “capitolo sequestri” che incrementano proprio nel mese di dicembre. Infine è importante sottolineare la mediaticamente trascurata ma ugualmente rilevante fonte di inquinamento da polveri rappresentata dai “botti”. Le rilevazioni delle stazioni di monitoraggio evidenziano i picchi di PM10 durante l’arco temporale coincidente con gli sparamenti. Specie in questo periodo di perdurante allarme per il superamento dei limiti di legge relativi alle polveri sottili disperse nell’aria, l’aggiunta di ulteriori elementi di inquinamento specifico rappresenta un’autentica assurdità.
Ritenendolo assolutamente indispensabile per quanto sopra precisato, Ravenna in Comune resta perciò in attesa di uno specifico provvedimento da parte del Sindaco. Come avvenuto a Bologna, ad esempio. Qualora non intendesse farlo, per quanto consapevoli che un’esortazione non equivale ad un divieto sanzionato, chiediamo al Sindaco, quanto meno, di invitare la cittadinanza al non impiego di prodotti pirotecnici la notte dell’ultimo dell’anno. Sarebbe almeno un piccolo passo in avanti e, come si dice, piutost che gnit l’è mei piutost…”