Un’epoca intera sembra separare il viaggio dell’Amicizia che nel 2018 aveva guidato i passi di Ravenna Festival fino a Kiev, cuore antico dell’universo slavo, dalla tragica realtà di queste settimane: il sogno di fraternità e dialogo attraverso la cultura e la musica non è mai sembrato tanto fragile, ma proprio quella speranza è ancora una volta la stella polare nel cielo del Festival, che oggi, in collaborazione con il Comune di Ravenna, offre agli artisti del Teatro dell’Opera Nazionale d’Ucraina Taras Shevchenko la possibilità di calcare i palcoscenici cittadini. Tra sabato 23 e giovedì 28 aprile, i coristi, danzatori, musicisti, tecnici ucraini arrivati in Italia grazie all’impegno di Ravenna Solidale e di Cristina Mazzavillani Muti, fondatrice e presidente onoraria del Festival, ringraziano la Città che li ha accolti attraverso spettacoli ed esibizioni, un augurio per il futuro che si intreccia anche alle celebrazioni per la Pasqua ortodossa e per la Madonna Greca. Unite dalla storia attraverso i rapporti con Costantinopoli ed entrambe sede di basiliche Patrimonio dell’Umanità i cui preziosi mosaici sono sopravvissuti a secoli di cambiamenti, Ravenna e Kiev riallacciano così il dialogo per la pace e la solidarietà nel linguaggio universale dell’arte. Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero ed è gradita la partecipazione alla raccolta fondi coordinata da Ravenna Solidale, la rete che riunisce associazioni e soggetti del territorio in una campagna di aiuti umanitari destinata a sostenere le popolazioni coinvolte nel conflitto, di qualsiasi nazionalità ed etnia. La raccolta fondi ha già preso il via grazie alla generosa donazione degli operatori portuali promotori della sottoscrizione “Nel nome di Mariupol”.
Sabato 23 aprile, alle 11, il Teatro Alighieri sarà la prima “casa” artistica ad aprire le proprie porte: nella Sala Corelli, il Coro e alcuni musicisti dell’Opera Nazionale dell’Ucraina propongono Canto per l’Ucraina, concerto di musica da camera e vocale che include arrangiamenti di canzoni popolari e svela la ricchezza della tradizione musicale ucraina.
Domenica 24 aprile, alle 15, la Basilica Metropolitana accoglierà la celebrazione liturgica della Pasqua ortodossa, che cade una settimana dopo quella cattolica; la Messa, celebrata da un sacerdote di Kiev, sarà accompagnata dai canti della suggestiva liturgia della tradizione pasquale ortodossa eseguiti dal Coro del Teatro dell’Opera.
Lunedì 25 aprile, alle 20.30, il Teatro Alighieri – nel giorno in cui l’Italia commemora la Liberazione – ospita il gala Con l’Ucraina nel cuore, che vedrà ballerini, artisti del coro e musicisti impegnati in un programma di musica sacra e popolare con frammenti dal repertorio del balletto. Uno speciale ringraziamento è dovuto all’Accademia Cecchetti, che ha messo a disposizione gli spazi della propria scuola al Corpo di ballo diretto da Filipieva Olena, consentendo ai danzatori ucraini di continuare ad allenarsi e prepararsi anche per questo spettacolo.
Mercoledì 27 aprile, alle 20.30, l’auditorium di San Romualdo ospita Noi siamo, un concerto commemorativo delle vittime del conflitto in Ucraina e della tragedia di Chernobyl, di cui ricorre il trentaseiesimo anniversario. In questo caso, agli artisti ucraini si uniranno i musicisti dell’Orchestra Corelli, che hanno generosamente scelto di esibirsi al fianco dei colleghi di Kiev sotto la guida di Bogdan Plish. Il programma include canti dalla Liturgia di Chernobyl dell’arcivescovo Jonathan Yeletsky, prolifico compositore di musica liturgica, e brani da Opera Rustica di Yevhen Stankovych, cantata per soprano, baritono e orchestra da camera composta da cinque scene ispirate alla vita agreste.
Giovedì 28 aprile, alle 18.15, nella Basilica di Santa Maria in Porto il Coro dell’Opera Nazionale dell’Ucraina parteciperà alla festa liturgica della Madonna greca, patrona di Ravenna, animando la solenne celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Ravenna-Cervia Mons. Lorenzo Ghizzoni.