Due regine, due donne, due diverse religioni, due temperamenti opposti, due visioni della politica, della vita, dell’amore, due destini: sono le Due Regine, Elizabeth Tudor e Mary Stuart, incatenate l’una all’altra in un eterno storico duello, che si sfidano per Ravenna Festival sul palcoscenico del Teatro Rasi, martedì 18 (già sold-out) e mercoledì 19 luglio alle 21, nell’interpretazione di Elena Bucci e Chiara Muti, che, ancora una volta insieme, elaborano drammaturgicamente un’idea di Bucci e, sempre a quattro mani, ne curano la regia. Ne nasce un lavoro di cristallina impostazione che mette a fuoco la complessa personalità dei due personaggi storici, che si stagliano – nelle luci di Vincent Longuemare, nella drammaturgia del suono di Raffaele Bassetti e nei costumi imponenti di Marta Benini e Manuela Monti – su una scena essenziale come l’evocativa nuda abside che costituisce il fondale naturale del Teatro Rasi, che fu chiesa monastica di Santa Chiara. «In vita, Mary ed Elizabeth non si incontrarono mai – racconta Bucci – ma nel silenzio ombroso dell’Abbazia di Westminster le loro enigmatiche effigi in marmo sono vicine, come le loro tombe». Ed è lì che le protagoniste le immaginano, «libere di parlarsi come mai hanno fatto prima». Questa produzione di Le belle bandiere è stata resa possibile dalla collaborazione con Teatro di Napoli – Teatro Nazionale e Fondazione Campania dei Festival – Campania Teatro Festival, con il sostegno della Regione Emilia Romagna e del Comune di Russi.
Le due attrici si immergono in un’epoca ricca di scrittori e artisti, da Shakespeare a Marlowe, ma dove «la vita è breve, insopportabile il fetore dei castelli, potenti i conflitti, frequenti le guerre, imprevedibili i tradimenti, violenta la peste, implacabile la sete di ricchezza e potere, sorprendenti le ascese e le cadute». Un’epoca in cui i destini delle donne, anche se ai vertici della scala sociale, sembravano segnati in modo implacabile. Da una parte, Elena Bucci si fonde con l’ambigua ed elegante Elizabeth, fragile e forte al tempo stesso, forse illegittima, comunque la sovrana più potente d’Inghilterra; dall’altra Chiara Muti si cala nel ruolo della cattolica Mary Stuart, regina di Scozia, bella e altissima eppure debole e passionale, che si rifugia in Inghilterra affidandosi alla protezione della cugina che, invece, la terrà prigioniera per vent’anni fino a condannarla al patibolo, l’8 febbraio 1587. Nel 1603, alla morte di Elizabeth, che mai ebbe figli, sul trono salirà il figlio di Mary, James Stuart, che per la prima volta riunirà i regni di Inghilterra e Scozia