E’ di qualche giorno fa la sentenza del Tar Emilia che dà ragione al Comune di Rimini, che bloccò nel dicembre 2020 le affissioni di manifesti contro la Ru486, commissionati da Pro-Vita e Famiglia.
In questi manifesti la pillola abortiva veniva paragonata ad un veleno, quindi impropriamente pericolosa per la vita di una donna.
In questa sentenza storica il Tar definisce “oggettivamente non veritiero” il contenuto dei manifesti, respingendo il ricorso dell’associazione, motivando che quanto riportato poteva condizionare in modo fuorviante e ingannevole l’utilizzo di un farmaco regolarmente approvato dalle autorità competenti.
“Non si chiede di mettere in discussione il diritto di espressione garantito dalla Costituzione, ma questi manifesti, che fanno leva sulla disinformazione, rischiano di trasmettere insicurezza, dubbio e paura verso uno strumento garantito appositamente per preservare il diritto di scelta delle donne – sottolinea Francesca Impellizzeri, capogruppo di Ravenna Coraggiosa in Consiglio Comunale -. Questa sentenza è una vittoria, ma anche un duro colpo perché dimostra quanto ancora è necessario lottare su questi temi e quanto ancora sia importante presidiare i diritti ad oggi riconosciuti e che a volte rischiamo di dare troppo per scontati”.