“L’associazione Pro Vita&Famiglia ha dichiarato di aver diffidato 150 scuole in Italia che hanno scelto di adottare le Carriere Alias, ossia la possibilità (nei documenti interni alla scuola) di poter indicare il nome di elezione, per coloro che sperimentano un’identità o un’espressione di genere non corrispondente al sesso biologico.
Di questo provvedimento si è parlato anche qualche mese fa nella nostra città nel momento in cui il Liceo Artistico “Nervi-Severini” aveva optato per offrire a studentesse e studenti del proprio istituto questa possibilità, dimostrando attenzione e sensibilità su un tema su cui il paese è in grave ritardo. Rendere più accogliente, inclusivo e rispettoso delle differenze il contesto educativo e sociale in cui gli adolescenti trascorrono la maggior parte della loro giornata è invece fondamentale. Allora la notizia suscitò, come prevedibile, reazioni disparate e anche poco serie, a dimostrazione che l’approccio ideologico non è in chi propone soluzioni che avanzano la linea dei diritti, ma in chi (senza avere contezza della realtà) si sgola ad invocare teorie gender a destra e a manca.
Si arriva addirittura a definire le “carriere alias” come “un atto viziato da incompetenza in quanto l’amministrazione scolastica non ha alcun potere di modificare il nome anagrafico e l’identità legale di un individuo, e può comportare o incitare alla violazione dell’art. 479 del Codice Penale, che prevede il reato di “Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”.
Affermazione che, all’intento discriminatorio e transfobico, aggiunge anche una sostanziale ignoranza in materia di diritto e di autonomia scolastica. Semmai il problema vero è che sia lasciato alla sensibilità dei singoli dirigenti e non si possa mai maturare un quadro legislativo generale.
A preoccuparci non è tanto la posizione di una associazione già tristemente nota anche per i manifesti antiabortisti fortemente lesivi della dignità delle donne, ma la richiesta di intervento al ministro Valditara. Già dalle prime battute la nuova maggioranza di governo ha dato una linea chiara in tema di diritti civili: l’elezione a presidente della Camera di Lorenzo Fontana, noto per affermazioni fortemente discriminatorie nei confronti della comunità Lgbtq+, e la nomina di Eugenia Roccella (molto vicina alle posizioni Provita&famiglia) come Ministra delle Pari opportunità, sono fatti non secondari e che non ci devono fare abbassare la guardia in tema di diritti. Una destra ultraconservatrice in materia di diritti civili che non solo si è già dimostrata contraria a provvedimenti antidiscriminatori come il DDL Zan, ma che rischia di riportare indietro il nostro paese di decenni. Una destra da cui è necessario – considerata anche la fase costituente che si è aperta nel centro sinistra fra le forze democratiche e progressiste – prendere in modo netto le distanze: in tema di diritti la posizione del centro sinistra deve essere chiara, non negoziabile e distante anni luce da questa destra.”