“Siamo sempre più convinti che occorra riformare la legge sulla cittadinanza alla luce dei mutamenti che hanno interessato la struttura demografica, sociale e culturale del nostro Paese, per superare una discriminazione che riguarda tra l’altro una fascia di popolazione vitale e vulnerabile come quella dei minori.
La mancanza della cittadinanza, oltre ad imporre a questi giovani “italiani” l’obbligo di rinnovare ciclicamente il permesso di soggiorno, priva loro – di fatto discriminandoli – di alcuni diritti fondamentali per il loro futuro umano e professionale, come la possibilità di partecipare a concorsi pubblici, la libera circolazione nei Paesi dell’Unione europea e, per alcuni di loro, il diritto di elettorato attivo e passivo.
Riteniamo quindi che non sia più rimandabile una riforma di civiltà destinata a dare una risposta normativa a giovani che sono già italiani di fatto, ma che per la legge italiana risultano stranieri, come spesso stranieri sono considerati anche nei Paesi di origine dei loro genitori: giovani nati o cresciuti nel nostro Paese, che frequentano le scuole italiane, che studiano e giocano con i nostri figli, che parlano i dialetti, che vivono questo come il loro Paese, che sono cittadine e cittadini italiani nella sostanza della propria vita, anche se la legge non li riconosce tali.
Come Ravenna Coraggiosa, coerentemente con questa visione, nel presentare la nostra lista di candidate e candidati alle scorse elezioni amministrative, abbiamo scelto di lasciare un posto vacante dedicato proprio alla candidata o al candidato italiana/o di fatto ma non di diritto che avremmo voluto nelle nostre fila.
Su questo abbiamo depositato già ad inizio marzo un Ordine del Giorno da discutere e votare in Consiglio Comunale in cui impegniamo Sindaco e Giunta a sancire l’appartenenza alla comunità locale, istituendo la “Cittadinanza onoraria del Comune di Ravenna” da conferire ai minori nati in Italia da genitori stranieri o nati all’estero ma che hanno completato almeno un ciclo scolastico o di formazione. Un riconoscimento che, per quanto simbolico, possa essere un incentivo a far sì che il Parlamento metta fra le sue priorità la riforma della legge n. 91 del 1992.
Dopo Bologna, altre città stanno seguendo l’esempio, come Faenza: e speriamo che a queste si aggiunga al più presto anche Ravenna.”
Ravenna Coraggiosa