“Condivido la linea tenuta dal ministro Piantedosi in merito alla gestione del rave party di Modena.
Adesso però aspetto di capire quali saranno le politiche sulla sicurezza che proporrà e, soprattutto, che ricadute avranno sui nostri territori.
Per ora, infatti, al di là delle dichiarazioni propagandistiche del più recente passato, l’unica vera svolta nelle politiche di sicurezza resta quella del Ministro Minniti, che ha introdotto strumenti utili anche alle amministrazioni locali, dei quali Ravenna si é avvalsa, fin dall’emanazione del decreto, traducendoli poi anche nel Regolamento di Polizia Urbana, votato dal C.C. nel novembre del 2020.
Intanto la misura sui raduni musicali non autorizzati promuove un principio condivisibile, utile a superare il requisito della “imprenditorialità” che, introdotto negli ultimi anni dalla cassazione, sottrae, oggi, al novero dei reati, comportamenti, a mio avviso, comunque inaccettabili, a prescindere dal fatto che siano promossi da soggetti che perseguono palesemente il lucro o dai centri sociali .
Al riguardo, mi preme sottolineare come anche il monitoraggio preventivo del fenomeno, che il ministro indica come azione, a Ravenna sia pratica quotidiana, anche da parte della nostra Polizia Locale, che – pur nella assurda impossibilità a consultare la banca dati delle Forze di Polizia – naviga tra i canali social, proprio per avere tempestivamente le informazioni necessarie per prevenire simili raduni illeciti e scongiurare, sul nascere, iniziative che, una volta realizzate, richiedono complessi e costosi interventi di natura repressiva.
A riprova, giusto un anno fa, la nostra polizia locale, disinnescava un’iniziativa promossa dal centro sociale Spartaco e, più recentemente, domenica scorsa, ha impedito, intervenendo tempestivamente, un raduno di oltre 50 giovani centauri, intenzionati a gareggiare in velocità o a misurarsi in pericolose e fastidiose manovre acrobatiche.
Quella dei rave party è solo la punta di un iceberg che, alla base, ha ragioni sociali, che vanno comprese e affrontate anche con mezzi diversi dai divieti e dalle azioni repressive.
La legalitá è un principio che va tutelato e perseguito nell’azione delle istituzioni ma evitando sicuramente smargiassate tipo “la pacchia è finita”.
Adesso mi aspetto anche misure forti nei confronti dei raduni che palesemente si richiamano al disciolto partito fascista. La Repubblica Italiana nasce dai valori del Risorgimento e si concretizza dopo la Lotta di Liberazione dal regime fascista, impostosi con la connivente complicità della monarchia sabauda.
Per questo la nostra Costituzione è antifascista e la Presidente del Consiglio, come i ministri e i Presidenti delle Camere, hanno giurato fedeltà si di Essa.”