“Da qualche tempo il ponte mobile che permette di bypassare il Candiano è sottoposto a chiusure frequenti e nel mese di maggio resterà chiuso per circa un mese, accendendo polemiche sulla stampa e sui social; tutto ciò si rende necessario perché questa è una infrastruttura delicata che abbisogna di frequenti manutenzioni, anche per porre rimedio alla scarsa cura che se ne è avuta in passato.
Il ponte mobile è stato attraversato nel 2022, nelle due direzioni, da circa 10 milioni di veicoli, affermare quindi che è un nodo cardine della viabilità cittadina, è pura ovvietà; su questa infrastruttura si scarica anche gran parte del traffico pesante, specie quello che dalla zona portuale sud, va verso la Romea.
Una politica lungimirante, anche in previsione dei nuovi fondali del Candiano, deve necessariamente pensare, non solo alla messa in sicurezza del ponte, ma anche ad una sua alternativa perché l’attuale è nella prima periferia della città, sulla quale convoglia traffico e inquinamento; spiace quindi che nessuno riproponga la questione del bypass, anche in considerazione che rispetto al passato, la funzione industriale e commerciale del Canale, si è molto allontanata dalla città, di fatto termina poco oltre il Terminal SAPIR.
È necessario quindi che la politica ravennate, sollecitata dal mondo imprenditoriale, torni a parlare di un sovrappasso stradale e ferroviario, anche con una altezza minima dall’acqua che è la problematica maggiore per la ferrovia, archiviando per sempre la velleitaria proposta fatta in passato dall’opposizione sull’ipotesi del sottopasso.
Oggi ANAS ha in corso l’allargamento della Classicana, si pensi quindi alla funzione strategica di un collegamento diretto fra la Classicana stessa e l’imbocco della Statale Romea o della nuova Reale: un collegamento sud-nord che toglierebbe molto traffico alla Statale Adriatica.
La questione va posta al Governo al più presto, anche in funzione di ristoro per il ruolo che Ravenna si è assunta in materia di autonomia energetica del Paese.”