Per Raul Gardini l’innovazione era un valore costituente della visione imprenditoriale; le sue idee univano agricoltura e industria, biotecnologie e ambiente, cultura e sport. A 25 anni dalla scomparsa, la Città di Ravenna, che già in occasione del decennale gli ha intitolato una strada, lo ricorda con un appuntamento organizzato da Ravenna Festival in collaborazione con il Comune di Ravenna, l’Autorità di Sistema Portuale, che cureranno restauro e collocazione del Moro di Venezia, e la Fondazione Flaminia, memore della laurea honoris causa conferitagli in Scienze Agrarie dall’Università di Bologna nel 1987. Lunedì 23 luglio, al Teatro Alighieri alle 21, Riccardo Muti salirà sul podio della “sua” Orchestra Giovanile Luigi Cherubini per un concerto dedicato all’amico scomparso e offerto alla città; in programma musiche di Mascagni, Leoncavallo, Giordano, Catalani, Martucci e Verdi, per un ritratto dello stile strumentale praticato dagli operisti italiani nella seconda metà dell’Ottocento.
Preceduto dalla proiezione di un breve estratto dal documentario L’ultimo imperatore curato da Giovanni Minoli e Massimo Favia, il concerto sarà trasmesso in diretta sullo schermo di Palazzo dei Congressi e su quello collocato in Piazza del Popolo grazie al sostegno della famiglia Gardini, grata e commossa di fronte alla testimonianza di quanto ancora sia vivo il ricordo di Raul. La scelta dello schermo in Piazza del Popolo – un’opportunità per l’intera città – risponde infatti all’immediato esaurimento dei biglietti omaggio disponibili per il Teatro Alighieri e per il Palazzo dei Congressi.
Il programma rivela particolare attenzione per l’Intermezzo sinfonico e le funzioni che assolve nel melodramma: dal paesaggio siciliano che Pietro Mascagni evoca con l’Intermezzo di Cavalleria rusticana allo slancio melodico di Ruggero Leoncavallo nell’intermezzo di Pagliacci, dal tuffo nell’universo musicale pucciniano con l’Intermezzo di Manon Lescaut all’ambigua atmosfera dell’Intermezzo di Fedora di Umberto Giordano. Apre però la serata il carezzevole canto di Contemplazione di Alfredo Catalani, mentre il tono elegiaco – costante di tutti i brani in programma – si ritrova anche nel Notturno di Giuseppe Martucci. A concludere il concerto saranno i Ballabili da I vespri siciliani di Giuseppe Verdi, la più lunga composizione sinfonica di Verdi, inserita nell’atto III dell’opera come voleva la consuetudine dell’opera francese che esigeva la presenza del balletto come diversivo musicale e spettacolare.
Il concerto incrocia le giornate dell’Italian Opera Academy di Muti e saluta la conclusione del programma estivo di Ravenna Festival, legando così – idealmente – l’appassionata, intelligente apertura manifestata da Gardini nei confronti della cultura e dei giovani a due momenti che condividono pienamente questo spirito. Non a caso Gardini fu benemerito sostenitore del Festival fin dalla sua fondazione, per altro realizzando Palazzo Mauro De André che è oggi uno dei luoghi di spettacolo principali della manifestazione ravennate, capace di accogliere migliaia di spettatori per indimenticabili appuntamenti, dalla sinfonica alla danza, al rock. Costruito alla fine degli anni ‘80 con l’obiettivo di dotare la Città di uno spazio multifunzionale per i grandi eventi artistici e sportivi, il Pala si distingue anche per l’attenzione all’arte contemporanea: il Grande Ferro R di Alberto Burri, commissionato da Gardini come opera site-specific, evoca al tempo stesso – nella forma di due “mani” metalliche stilizzate – una scena teatrale e una chiglia rovesciata, quasi una celebrazione di Ravenna Marittima, punto di accoglienza e incontro fra popoli e civiltà. D’altra parte la testimonianza del documentario L’ultimo imperatore si concluderà proprio con il ricordo di Gardini appassionato velista e del suo Moro di Venezia, vincitore della Louis Vuitton Cup e finalista nella Coppa America del 1992, regate rimaste nella memoria e nel cuore di tanti ravennati.