“Dal Rapporto Regione-Unioncamere sull’economia regionale dell’Emilia-Romagna nel 2023 emergono alcuni dati sicuramente positivi (Pil a +0,7%, disoccupazione sotto il 5%, ed export che tocca i 64 miliardi di euro) e comunque in linea, se non migliori rispetto all’andamento del Paese. Ma nel consuntivo e nelle stime previsionali riteniamo doveroso sottolineare la crisi del settore artigiano (che costituisce il 31% del totale delle aziende regionali) con imprese attive, addetti e fatturato in calo. I settori più colpiti dell’artigianato sono l’industria manifatturiera e le costruzioni, Mentre regge il comparto dei servizi, che registra un lieve incremento del numero delle imprese, e tengono botta la meccanica e l’alimentare”: a condurre questa analisi è il segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua, che aggiunge: “C’è un altro settore, inoltre, sotto osservazione: l’agricoltura che nel 2023 ha accusato pesantemente il colpo dell’alluvione, e che anche nel 2024 sconterà previsioni tutt’altro che positive”.
“Dobbiamo tenere inoltre conto dei trend politico/economici internazionali: l’aumento dei costi di produzione e dei costi delle materie prime continuerà a riflettersi negativamente nel segmento industriale, così come sul fronte interno l’esaurirsi degli incentivi siripercuoterà nel comparto costruzioni che nel 2024 subirà una brusca frenata e il commercio nel terziario sconterà l’aggressività dell’e-commerce”: avverte Tullia Bevilacqua. “Inoltre, nelle maglie delle statistiche non ci deve sfuggire un altro dato: le imprese piccole vanno peggio rispetto a quelle più grandi, ed anche le grandi dovranno reggere l’urto di un probabile calo dell’export a causa degli attuali scenari geo-politici tra i più instabili degli ultimi decenni e delle crisi economico-militari ancora attive su scala planetaria. In sintesi, in regione ci sono imprese eccellenti e territori virtuosi, ma vi sono altre realtà che vanno accompagnate con gli strumenti giusti”: afferma il segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna.
Con queste premesse il sindacato chiede alla Regione di continuare a sostenere gli investimenti produttivi ed alle imprese di procedere su due linee: l’ammodernamento (“perché quando il ciclo positivo ripartirà non tutti potranno vantare strumenti e competenze all’altezza della competizione globale”) e la qualità del lavoro: “perché le statistiche non ci dicono nulla sulla qualità dell’occupazione e i posti di lavoro creati, mentre sappiamo benissimo che la strada è ancora lunga verso una parità di accesso all’occupazione uomo-donna e la giusta progressione salariale. Non dimentichiamo che gli ultimi Report dell’ INL-Ispettorato Nazionale del Lavoro ci ricordano che nella classifica dei “tassi di irregolarità riscontrati nelle attività ispettive” l’Emilia-Romagna è costantemente al di sopra della media nazionale. Dunque, c’è ancora molto da fare e contro il lavoro nero il nostro sindacato è da sempre in prima linea”: conclude il segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua.