Un regista ventisettenne al proprio secondo lungometraggio; una scrittrice armena che aveva cominciato a scrivere per il cinema soltanto l’anno precedente; un episodio che, nella sceneggiatura originale, non occupava più di 50 righe e una quarantina di fotogrammi; un set cinematografico che rischiava di affondare – letteralmente. Da questa improbabile combinazione di elementi è nato uno dei capolavori assoluti del cinema, La corazzata Potëmkin che Ravenna Festival presenta mercoledì 13 giugno, alle 21 al Teatro Rasi. Il ritorno dell’appuntamento Musica e cinema vede nuovamente il collettivo di compositori Edison Studio impegnato nell’esecuzione live della colonna sonora che hanno creato nel 2017 con il contributo SIAE per il progetto “SIAE – Classici di oggi”. Voci in lingua russa, suoni digitali, strumenti d’orchestra e una ricerca radicale sui rumori restituiscono potenza alla pellicola di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, proiettata per la prima volta a Mosca nel 1925 e dedicata a uno dei momenti più celebri della Rivoluzione Russa del 1905, l’ammutinamento dell’equipaggio della corazzata Potëmkin.
La “nuova” Potëmkin contiene invettive, incitazioni e ordini in russo; il clangore dell’ammutinamento e i ritmi terribili delle guardie zariste che compiono la strage sulla celebre scalinata; un contrabbasso (Giacomo Piermatti) e una chitarra elettrica (Vincenzo Core), ma soprattutto l’incredibile inventiva di Edison Studio – Luigi Ceccarelli, Fabio Cifariello Ciardi, Alessandro Cipriani – che si sposa al frenetico montaggio delle scene, restituendo tutta la potenza di volti, gesti, accelerazioni in una colonna sonora complessa e di grande densità. Dall’insubordinazione dei marinai della Potëmkin alla marcia dei cosacchi sulla folla inerme, dagli intensi primi piani alla leggendaria carrozzina che rotola giù per la scalinata, la colonna sonora è un perfetto contrappunto a un film che ha conservato tutta la propria forza emotiva da quel lontano ’25, quando si cercò di impedirne l’uscita nelle sale tedesche – e non solo – per il timore che contribuisse al contagio rivoluzionario.
All’epoca ricorreva il ventesimo anniversario della rivolta del 1905; un’occasione che, in quella che era ormai Unione Sovietica, domandava uno sforzo commemorativo. Fra i progetti approvati dal comitato delle celebrazioni c’era la sceneggiatura della scrittrice di origine armena Nina Agadžanova-Šutko. La regia fu affidata ad Ėjzenštejn, reduce dal proprio primo lungometraggio, Sciopero. Il soggetto originale – L’anno 1905 – era un ambizioso affresco in otto episodi; ma non c’erano che sette mesi per concludere il progetto. Con una delle più felici intuizioni della storia del cinema, Ėjzenštejn – la sua immaginazione già catturata dalla scalinata di Odessa che sarebbe diventata il cuore estetico della pellicola – decise pertanto di concentrarsi su un solo episodio.
Difficoltà creative e di produzione, urgenze propagandistiche, tempi strettissimi, persino il rischio che la corazzata stessa non rimanesse a galla (la vera Potëmkin era stata già demolita e la corazzata “gemella” che venne impiegata per le riprese era in cattive condizioni): contro ogni aspettativa, nulla ha impedito a Ėjzenštejn di creare una pellicola che, per l’intenso uso del montaggio, per combinazione di cronaca e pathos, per simbolismo, è un punto di riferimento dell’intera storia del cinema. Un’ottima scelta, quindi, per l’itinerario della sezione Musica e cinema di Ravenna Festival, che anno dopo anno riscopre film straordinari – più recentemente: Blackmail di Hitchcock, Il gabinetto del Dottor Caligari di Wiene, La passion de Jeanne d’Arc di Dreyer, The Gold Rush di Charlie Chaplin.
Info e prevendite: tel. 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietto (posto unico non numerato): 12 euro (10 ridotto).
I giovani al festival: fino a 14 anni, 5 euro; da 14 a 18 anni e universitari, 50% tariffa ridotta
La “nuova” Potëmkin contiene invettive, incitazioni e ordini in russo; il clangore dell’ammutinamento e i ritmi terribili delle guardie zariste che compiono la strage sulla celebre scalinata; un contrabbasso (Giacomo Piermatti) e una chitarra elettrica (Vincenzo Core), ma soprattutto l’incredibile inventiva di Edison Studio – Luigi Ceccarelli, Fabio Cifariello Ciardi, Alessandro Cipriani – che si sposa al frenetico montaggio delle scene, restituendo tutta la potenza di volti, gesti, accelerazioni in una colonna sonora complessa e di grande densità. Dall’insubordinazione dei marinai della Potëmkin alla marcia dei cosacchi sulla folla inerme, dagli intensi primi piani alla leggendaria carrozzina che rotola giù per la scalinata, la colonna sonora è un perfetto contrappunto a un film che ha conservato tutta la propria forza emotiva da quel lontano ’25, quando si cercò di impedirne l’uscita nelle sale tedesche – e non solo – per il timore che contribuisse al contagio rivoluzionario.
All’epoca ricorreva il ventesimo anniversario della rivolta del 1905; un’occasione che, in quella che era ormai Unione Sovietica, domandava uno sforzo commemorativo. Fra i progetti approvati dal comitato delle celebrazioni c’era la sceneggiatura della scrittrice di origine armena Nina Agadžanova-Šutko. La regia fu affidata ad Ėjzenštejn, reduce dal proprio primo lungometraggio, Sciopero. Il soggetto originale – L’anno 1905 – era un ambizioso affresco in otto episodi; ma non c’erano che sette mesi per concludere il progetto. Con una delle più felici intuizioni della storia del cinema, Ėjzenštejn – la sua immaginazione già catturata dalla scalinata di Odessa che sarebbe diventata il cuore estetico della pellicola – decise pertanto di concentrarsi su un solo episodio.
Difficoltà creative e di produzione, urgenze propagandistiche, tempi strettissimi, persino il rischio che la corazzata stessa non rimanesse a galla (la vera Potëmkin era stata già demolita e la corazzata “gemella” che venne impiegata per le riprese era in cattive condizioni): contro ogni aspettativa, nulla ha impedito a Ėjzenštejn di creare una pellicola che, per l’intenso uso del montaggio, per combinazione di cronaca e pathos, per simbolismo, è un punto di riferimento dell’intera storia del cinema. Un’ottima scelta, quindi, per l’itinerario della sezione Musica e cinema di Ravenna Festival, che anno dopo anno riscopre film straordinari – più recentemente: Blackmail di Hitchcock, Il gabinetto del Dottor Caligari di Wiene, La passion de Jeanne d’Arc di Dreyer, The Gold Rush di Charlie Chaplin.
Info e prevendite: tel. 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietto (posto unico non numerato): 12 euro (10 ridotto).
I giovani al festival: fino a 14 anni, 5 euro; da 14 a 18 anni e universitari, 50% tariffa ridotta