Il genio di Giuseppe Verdi torna protagonista sul palcoscenico del Teatro Alighieri, fil rouge di un trittico di capolavori con cui si rinnova la straordinaria avventura della Trilogia d’Autunno: quest’anno la maratona lirica di Ravenna Festival, che alternerà i tre titoli sera dopo sera dal 23 novembre al 2 dicembre, si compone di due nuovi allestimenti -Nabucco e Rigoletto – e del ritorno sulla scena dell’Otello applaudito per la prima volta in occasione della Trilogia 2013. Al servizio di questa nuova Trilogia, capace di dare corpo e voce a tre diversi momenti chiave del percorso artistico e umano del compositore bussetano, ci sarà una creatività come sempre nutrita delle più moderne tecnologie, che fanno del Teatro Alighieri una vera e propria “fabbrica dell’opera” già premiatissima dalle prenotazioni arrivate da tutt’Europa. Da giovedì 27 settembre saranno disponibili in prevendita anche biglietti singoli e nuovi carnet.
Non poteva che essere Nabucco ad aprire la Trilogia destinata a ripercorrere la straordinaria parabola creativa di Verdi, l’opera con cui il compositore nel 1841 riesce a risorgere dalle avversità del destino e a riprendere in mano la propria vita, di uomo e di musicista. È in quella partitura che si gettano le basi del successo irresistibile di Rigoletto (1851), primo tassello del trittico “popolare” e tra tutte l’opera prediletta dall’autore. E, in fondo, anche dell’estremo rinnovamento che in Otello (1887) germoglierà dal verbo shakespeariano, approdo inevitabile della “parola scenica” verdiana.
Se il drammatico contrasto che unisce e separa Otello e Desdemona sarà ricostruito per trasparenze e schegge di luce, il nuovo allestimento di Rigoletto contrapporrà il mondo della corte ducale – rigoglioso d’immagini che catturano e riflettono i fasti della Mantova del Mantegna, di Giulio Romano, di Rubens – al nudo paesaggio di buio e luce dove si consuma il dramma, attualissimo, di Gilda. Ancora sulle tracce dei voleri del compositore, che in un momento particolarissimo e drammatico della propria vita quale la perdita della moglie e dei figli trovò nuova ispirazione nell’afflato biblico di questa vicenda, Nabucco sfocerà in un affresco corale capace di assorbire in sé le singole individualità.
Per portare in scena tre opere diverse sullo stesso palcoscenico, sera dopo sera, il Teatro Alighieri si trasforma in un’instancabile macchina produttiva, ma anche in un laboratorio, luogo di sperimentazioni nel campo degli allestimenti e delle tecnologie scenografiche grazie all’esperienza e alle invenzioni del team creativo – Cristina Mazzavillani Muti alla regia, il light designer Vincent Longuemare, il visual designer Paolo Micicché, il visual designer e video programmer Davide Broccoli e Alessandro Lai per i costumi. In buca i musicisti dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”, guidati da Pietro Borgonovo per Nabucco, da Hossein Pishkar – che è stato fra gli allievi della terza edizione dell’Italian Opera Academy di Riccardo Muti – per Rigoletto, da Nicola Paszkowski per Otello.